Poeta e scrittore antillano
(Castries, Saint Lucia, 1930). Di padre inglese ma discendente in linea materna
della tribù Ashanti, laureatosi in letteratura inglese
all'Università delle Antille, in Giamaica, dal 1960 ha fissato la propria
residenza a Trinidad e Tobago, dove lavora come critico, dirigendo inoltre il
Laboratorio Teatrale. Insegnante di arte drammatica e letteratura
all'Università di Boston, pur essendo anche scrittore di prosa e autore
teatrale si è dedicato essenzialmente alla poesia, alla quale riconosce un
valore di forma espressiva universale e totale. Anglofono in un'isola a maggioranza francofona, ha aderito a un'identità
pluriculturale, creando un proprio linguaggio ampio e sonoro che narra il
vagabondare dello spirito fra l'ansia della scoperta e la nostalgia di porti
sicuri. Nella sua vasta produzione poetica, per la quale nel 1992 Walcott è
stato insignito del premio Nobel per la letteratura, il mosaico di elementi
contraddittori riflesso della sua vita e della sua formazione culturale si
fonde, dando vita a una poesia torrenziale, ricca di riferimenti colti, che
ricorre spesso all'evocazione di immagini, in un rapporto di fondamentale
importanza con i luoghi e i paesaggi dell'amata terra antillana.
AMORE DOPO AMORE
Tempo
verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e
dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per
tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
per un altro che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le
fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola.
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola.
[da Mappa del nuovo
Mondo]
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