Giovani poeti

Eva Brit Bosi


Parole per Te
Le Parole per arrivare a te.
Quali e quante a poterti dire quello che sento?
Parole che vorrei inventarti.
Una mia parola per un tuo sorriso.
Ci vorrebbero parole nuove
Per descriverti  e arrivarti dentro .
Ma esisteranno mai queste parole?
Parole blindate in un rifugio di pensieri
Perse nell’attimo infinito dei tuoi silenzi.


Amore
Amore,
implosione ed esplosione
di sentimenti.
Amore che regge e vince,
o che si disperde e muore.
Amore di battiti mancanti e pulsazioni di luce,
di libertà imprigionata in te.
Dondolando a ritmo di una parola che non conosco,
Amore.



Eva Contro Eva
Amo ascoltare
Odio  parlare,
Mettermi dietro le quinte
In un angolo imbucato
mai in prima linea.
Prima sempre gli altri
E  solo dopo, io.
Poi mi urto e vorrei quel posto in prima fila
Aver pensato prima a me.
Ogni tanto spaccherei lo specchio,
vedere il mio volto in mille pezzi.
Ma come in una canzone
La vera perfezione è l’imperfezione.
Ho accettato di essere unica tra tutte.
Far pace col cervello
Quando i pensieri cozzano e alla lunga fanno male.
Mi dicono che sono dolce
E non vanno oltre,
si fermano al primo approccio
meglio per loro.
Troverebbero tanti fili annodati,
alcuni li ho sciolti, altri li ho tirati ancora più stretti,
forse dovrei tagliarne i nodi,
e ripartire.
Bisogna  essere se stessi
L’ho anche tatuato
Ma spesso me ne  dimentico.
Piccole vittorie
Grandi sconfitte
O viceversa.
Fortemente fragile
Fragilmente forte
Mille contraddizioni
In un unico io
Eva contro Eva



Le 8 domande  a Eva Brit Bosi

Da quanto tempo scrivi?
Le poesie da poco tempo, una mia amica aveva organizzato un poetryslam e mi sono buttata. Da lì, grazie anche ad un altro ragazzo che ha carpito un qualcosa, mi ha spronato a scrivere, ho continuato con le poesie. Ma fin da piccola mi diletto in racconti, molti autobiografici. 

Che significa per te scrivere poesie?
Piccoli pezzi di me  per farmi conoscere meglio.

Scrivi per vezzo per necessità o cosa?
Necessità, mettere nero su bianco è una sorta di auto-analisi per me, in più avendo un carattere chiuso, è la mia voce.

Cosa è che alimenta il tuo estro creativo?
I piccoli particolari, quelli che magari gli altri non notano.

C'è un messaggio che vuoi trasmettere?
Quello di essere se stessi e andare oltre le apparenze.

Ci sono poeti contemporanei che leggi con piacere?
Alda Merini, di solito non leggo poesie, ma conto di rimediare.

Quale può essere secondo te il ruolo di una forma d'arte come la poesia oggi?
Per me la poesia è stata una scoperta, e spero sia rivalutata,perché merita

In che mese ed anno sei nata?
Agosto 1980




Michael Crisantemi



Ho puntato tutto quello che avevo,
ma ha vinto il banco
e mi ha portato via tutto.
Ti sei preso il mio cuore,
lasciami almeno un po’ di coperta...
Oggi splende il sole su Roma
ed io vado con due ombrelli
e un amore solo...




   Visione    
A Filadelfo

Dietro i vetri eclissati dell’autunno
passano distratte ombre e sconosciute
al freddo vento che le porta.
Tra loro appare una
- quasi un miracolo -
più dolce della luna
più amabile dell’amore.
Portava il tuo nome,
è certo:
come potrei ignorare
la mia ossessione?
Eccomi sono qui!
Non mi vedi?
Portami con te, per favore,
come porti il cappotto 
e questa notte
che ti sta così bene addosso.
Guidami verso rivoluzioni e lotte
che ho lasciato incompiute da anni,
e finiscile tu per me
                                  se ci riesci,
o portami con gli operai
a presidiare le fabbriche vuote
finché venga il nuovo giorno.
Posso sopportare tutto,
meno la tua indifferenza.
Ma tu vai e non ti curi
del mio cuore che batte
e sbatte per te senza cura,
dietro i vetri eclissati dell’autunno
dove si perde con le ombre
 la speranza mia di averti...






Ai critici

Mille spade taglienti
e veleni potentissimi.
Lasciatemi morire
della poesia che più mi piace.
Se fame è l’officio di poeta,
voglio digiunare
da un umile piatto scheggiato.
Dove già hanno pranzato
i tanti padri
che m’hanno generato.
Pietra dopo pietra
è poca cosa il tesoro.
Poche le glorie
e molti gli affanni.
Non s’aggiunga a questi
il vostro cicaleccio.
Si è mai buttato un uomo
dal ponte senza volerlo?
Lasciatemi morire
della poesia che più mi piace.



Le 8 domande  a Michael Crisantemi

Da quanto tempo scrivi?

Che io mi ricordi, scrivo dall’età di tredici anni. Ho cominciato con poesie d’amore e ho continuato senza sosta con questo vizio che anzi è andato peggiorando col tempo. Ma sto cercando di smettere... 

Che significa per te scrivere poesie?

Ancora non so compiutamente cosa significhi per me. So solo che non saprei pensare me stesso senza la poesia. Ormai fa parte di me.

Scrivi per vezzo per necessità o cosa?

Scrivo per necessità. Necessità di esprimere ciò che sento, ciò che sono. Di lasciare un’impronta, seppur modesta, in questo mondo fantastico che è la creazione, la vita e l’Arte.

Cosa è che alimenta il tuo estro creativo?

L’esperienza: ciò che vivo, ciò che sento. Può essere un’immagine, un suono, una musica. Un profumo, un bacio, una poesia appena letta...

C'è un messaggio che vuoi trasmettere?

La libertà. La libertà credo che sia uno dei messaggi che vada sempre difeso e trasmesso, specialmente attraverso la poesia. Libertà di scegliere e di adottare lo stile che più si ama, senza doversi piegare supinamente a discutibili critiche più o meno costruttive.
Liberi di essere chi si è, liberi di amare chi si ama.
In particolare nelle mie poesie affronto il tema dell’ “amore che non osa dire il suo nome” non per scandalizzare chi le legge (anche se scandalizzare è un diritto ed essere scandalizzato è un piacere, secondo la lezione pasoliniana), ma per squarciare il velo di silenzio e di perbenismo che ha dominato e domina tuttora la società italiana. A dispetto di quanto si possa ritenere, voglio significare che l’amore omosessuale è un fatto politico e non solo privato, e, avvalendomi della potenza evocativa della poesia, cerco di dare il mio piccolo contributo alla causa identitaria e di riconoscimento dei diritti LGBT, che d’altro canto mi vede impegnato in prima linea come attivista.

Ci sono poeti contemporanei che leggi con piacere?

Ammetto di leggere poca poesia contemporanea. Ho sempre pensato che i grandi classici siano intramontabili e possano insegnare molto più dei contemporanei. Questa impostazione, criticabile e discutibile, mi è stata mutuata dalla mia formazione classica e si è andata sommando al  mio lato nostalgico e decadente che mi porta a pensare che tutto ormai è stato già scritto e in maniera insuperabile. Se dovessi tuttavia fare dei nomi e andando a ritroso, direi che mi piace leggere le poesie di Alda Merini e Sandro Penna, purtroppo non conosciuto come dovrebbe.
Ultimamente ho una predilezione per la lettura spagnola e sudamericana. In particolare amo José Agustín Goytisolo, Virgilio Piñera e Miguel Hernández.
In generale sono affascinato dai rinnegati e dai dimenticati.


Quale può essere secondo te il ruolo di una forma d'arte come la poesia oggi?

Per dirla con Oscar Wilde, penso che l’arte oggi sia del tutto inutile. Inutile nel senso capitalistico e borghese del termine. E credo che questo sia la sua fortuna, in un mondo dove tutto o quasi ha un prezzo, ma anche la sua condanna che la releghi alla fruizione di pochi eletti.
D’altro canto, la poesia può avere diverse funzioni, dalla più modesta alla più ambiziosa, seppur tutte dignitosissime.
Penso che la funzione minima della poesia sia quella di emozionare, trasmettere un sentimento, una sensazione. Se si riesce a far sorridere o commuovere chi la legge credo che il poeta possa già ritenersi soddisfatto.
Un’ulteriore ruolo della poesia, e più elevato se vogliamo, è quello di creare Arte e di contribuire alla Bellezza, in un mondo sempre più dedito alla bruttezza e alla squallida volgarità.
Al di là del valore sociale del senso estetico, penso anche che la poesia possa veicolare un messaggio o un’idea politica (nel senso più aulico e greco del termine), com’è quello di rivendicazione dei diritti per una minoranza o dell’umanità in generale.
E poi alle alte sfere rimane sempre il mito del Poeta Vate, messaggero e guida del popolo, che mi emoziona e mi esalta senza mai pur tuttavia riuscire a convincermi del tutto, come solo le utopie sanno fare.

In che mese ed anno sei nato?

Sono del 1988, motivo per cui mi vanto di essere figlio e di aver vissuto, seppur marginalmente, i mitici anni ’80. Sono nato a gennaio, sotto l’influsso di saturno che non mi lascia mai in pace. In particolare sono nato il 20, capricorno cuspide acquario. E ascendente cancro. Un bel casino insomma...



Sabrina Longari

UNA PICCOLA FELICITA’
Vorrei regalarti il tempo
di fermare i passi frenetici della vita
e restare in silenzio senza il gran rumore dei pensieri
Vorrei regalarti la calma di una giornata spesa solo per te
ad inseguire gli aquiloni o le forme delle nuvole nel vento
Vorrei regalarti il regalo che tu hai fatto a me
quella sera che ci stringemmo negli occhi chiamandoci per nome
e non sapevamo ancora
le ferite somiglianti, i baci nascosti in un desiderio
Vorrei regalarti i giorni che ho vissuto prima di te
per fare di quei giorni
un tempo da ricordare, gli aquiloni, le nuvole
i nostri occhi
a chiamarci per nome


NAVIGO UN SORTILEGIO
L'ora dei tuoi baci
il periplo d'un desiderio
nell'istante delle labbra
quando la fine
è nuovo inizio. e tornare
ricominciare, senza fiato
dentro i tuoi occhi: l'ignoto
nei miei, l'approdo


CONQUISTA
Ho aperto le labbra
al digiuno delle tue anche
femmina prima di essere donna:
dea in ipotesi

Mi scavi
E ti lascio affondare
in un urlo di pelle, nella forma
liquida dei pensieri

E’ questa l’invasione?

Restare prigioniera
sotto stelle accese dal tuo nome
tra i seni un chiodo, in ogni passo
delitti

Riscoprirmi
Vergine pulsante
Caleidoscopio di luci improbabili
fino al gioco dei tuoi occhi

Ecco, smaschero l’essenza che è in me!

Raccolgo i capelli lungo una traccia d’oro
Libero l’aria, un vuoto tra le vertebre
Parole non mie dove non ti ho riconosciuto
dove non sei, ché sei soltanto
tra le forme del mio pagliaccio d’Amore

Un orecchino, un altro
Il bracciale sul letto
L’abito grigio vicino alla porta
Io, seduta con la mia Poesia


Le 8 domande  a Sabrina Longari
Da quanto tempo scrivi?
. Da che ho memoria del passato. Da bambina erano pensierini, piccoli racconti favolistici, poi pian piano – crescendo – ho scoperto la poesia. Ricordo benissimo la prima che scrissi, era per mio padre. Corsi da lui, con un foglietto in mano e la sensazione di aver trovato un tesoro favoloso. Lui lesse in silenzio e mi chiese se l’avessi scritta io. Stupito. Ho impiegato moltissimi anni a capire che il suo voleva essere un complimento, data la mia giovane età.
Che significa per te scrivere poesie?
. Respirare. Vivere. Ricordare e allo stesso tempo metabolizzare il ricordo e lasciarlo andare. Significa tutto per me. Senza la poesia sarei persa. E’ da sempre l’ancora che mi tiene, la nave che mi porta, il porto cui approdare e l’oceano in cui tornare a naufragare.
Scrivi per vezzo per necessità o cosa?
. Scrivo perché non ho scelta. E’ una necessità profonda, un richiamo che mi giunge dalle viscere, dalla parte più profonda del mio essere. Delle volte sono arrivata a pensare che sia una maledizione: quando non riesco a mettere i miei pensieri nero su bianco sto male, è come se mi sentissi castrata e infinitamente sola. Ecco. Con la scrittura io basto a me stessa.
Cosa è che alimenta il tuo estro creativo?
. Principalmente l’Amore. L’amore per le persone, per l’umana imperfezione, per l’idea dell’Amore stesso e la sua ricerca. Ma è un po’ come un cane che si morde la coda: l’Amore alimenta il mio estro creativo e il mio estro creativo alimenta il mio Amore per la parola, che è soffio vitale.
C'è un messaggio che vuoi trasmettere?
. Non un messaggio. Io voglio trasmettere quella che sono, mettermi a nudo completamente e sinceramente. E’ il mio desiderio di comunicare, sì, ma non un concetto, semmai l’essenza di una donna, sperando che il lettore possa trovarci un punto di contatto. Lo definirei un abbraccio delle anime che nella pagina si fa quasi carnale.
Ci sono poeti contemporanei che leggi con piacere?

 La poesia contemporanea che leggo è per lo più quella sconosciuta al grande pubblico, è quella di tanti amici che scrivono restando lontani dai circuiti dell’editoria, coloro che definisco ‘gli sconosciuti del verso’. Con l’eccezione di un Poeta straordinario come Pierluigi Cappello. Sinceramente come non ho l’ambizione di pensare a me stessa definendomi  ‘Poeta’, trovo che questo appellativo vada guadagnato con sudore e assegnato quando sia il grande pubblico che la critica letteraria ne riconoscano all’unisono l’effettivo merito: il primo a voce di popolo, l’altra a rigore di studi.
Quale può essere secondo te il ruolo di una forma d'arte come la poesia oggi?
. Né più, né meno di quello d’ogni altra forma d’arte, ieri come oggi e domani. L’arte è espressione del suo tempo, anche se in alcuni casi risulta essere  lungimirante, e se la poesia ha un ruolo è forse quello di ‘far pensare’, di stimolare la fantasia e l’immaginazione, ma partendo dalla concretezza della sua bellezza.
In che mese ed anno sei nata?
Maggio 1973




Agnese Pecorelli

FIGLIA IMMEMORE
Spingendo mi hai dato la vita
e ogni volta che ti spingo e non ti abbraccio: tu piangi. 
Ti chiedi se le mie lacrime
sono bagnate come le tue; sono onde pensi. 
Ricordi quando aspettavi me?
Brillavi di gocce
immergevi i capelli
e scuotevi i piedi: danzavi.
Con l'animo in mare
e due anime nel tuo corpo. 
Volevi farmi nascere ad ogni costo
ed oggi ne paghi il prezzo Madre. 
Non sono come tu mi vuoi, vorresti annegarmi adesso. 
In questo naufragio di lacrime, io ti chiedo Perdono.
Non ho mai voluto il mare, Madre.
Ho sempre desiderato volare.
Accettami come foglia. 
Sei il mio albero e anche se mi stacco,
sarò sempre parte di te, Madre. 

SOGNATORI NEL VENTO
Acrobatiche
Quassù 
Utopie
Innalzate
Libere 
Ondeggiano
Nell'
Immensità

ROMPICAPO 
Dicono ha sei facce.
Nemmeno una la vedo sorridere; 
nemmeno una, ma un arcobaleno di colori.
Risolverne il senso è forse lo scopo
come se ogni faccia ha il suo ruolo preciso
come se i tasselli formassero un gioco. 
Sei colori differenti
e tu lo sai cosa Sei. 
Io non scindo i ruoli
Tu non scendi a patti. 
Sei il twisty puzzle delle mie dimensioni
la rotazione della sincronia;
giungere alla combinazione.
Hai nel petto un cubo di Rubik che batte...



 Le 8 domande a Agnese Pecorelli

Da quanto tempo scrivi?
Suppongo dalla scuola elementare, ma forse ancora non ho imparato davvero a scrivere. 
Lo dico perchè la mia calligrafia lascia alquanto a desiderare!
In quegli anni avevo una maestra formidabile che oltre a trasmettermi l'amore per il teatro, la musica e la poesia, è riuscita a far emergere il mio lato creativo. 
Ricevevo da lei molti complimenti ed era davvero entusiasta anche perchè a suo dire le mie composizioni non avevano niente a che fare con le classiche rime "cuore-amore".
Purtroppo non possiedo alcun testo di quegli anni, ma il ricordo mi ha spronato a tal punto che dall'aprile del 2009 ho iniziato a comporre poesie!

Che signica per te scrivere poesie?
POESIA
Una carezza di inchiostro.
Una mano scivola su un foglio, su un tovagliolo,
su un'altra mano.
Versi da bere scrivendo Versi.
Mescoli lettere, sorseggi parole, assapori
...e ti ubriachi.
La POESIA è la mia eterna Sbronza Felice. 

Scrivi per vezzo per necessità o cosa?
Sono cresciuta in mezzo a tanti autori; potevano mancare i soldi in casa mia, ma i libri c'erano sempre. Dicono che a fare lo scrittore al giorno d'oggi la pagnotta a casa non la porti, quindi non scrivo per un mio tornaconto. Scrivo per bisogno e in qualche modo mi nutro anch'io... di sogni, di musica e soprattutto di libri. 

Cosa è che alimenta il tuo estro creativo?
-Le piccole cose
-Il mio parlare poco, il mio tanto scrivere
-La mia follia

C'è un messaggio che vuoi trasmettere?
"Invece le canzoni non ti tradiscono, anche chi le fa può tradirti, ma le canzoni, le tue canzoni, quelle che per te hanno voluto dire qualcosa, le trovi sempre lì, quando tu vuoi trovarle, intatte; non importa se cambierà chi le ha cantate. Se volete sapere la mia, delle canzoni, delle vostre canzoni, vi potete fidare". Questa frase tratta dal film Radiofreccia rispecchia ampiamente quello che è il mio pensiero: le canzoni, cosi come la poesia, sono testi che hanno voluto dire qualcosa e che vanno ascoltati... è questo il messaggio che ogni volta mi piacerebbe trasmettere.

Ci sono poeti contemporanei che leggi con piacere?
-Mio nonno Antonio Pecorelli, poeta dialettale. Nei suoi sonetti ritrovo tanta attualità.  Purtroppo non l'ho potuto conoscere di persona, ma il legame lo sento, specialmente quando qualcuno legge le mie composizione e mi dice: "è proprio vero, ce l'hai nel sangue!"
-Alda Merini
-Pablo Neruda
-John Keats
-(a modo suo) Francesco Guccini

Quale può essere secondo te il ruolo di una forma d'arte come la poesia oggi?
La poesia non ha un ruolo. E' quel che vuoi che essa sia. 

In che mese ed anno sei nata?
Agosto 1992


Giovanni Tasca

Pezzi
Guarda il mio volto cadere in pezzi.
Pezzi che cadono senza far rumore.
Raccogli quei pezzi e poggiali lì
con i tuoi capelli lunghi come un fiume di parole
gioca così...
Con la tua fronte silenziosa
liscia come la pelle di un bambino libero nel vento
gioca così...
Le mie sopracciglia cadono insieme alle ciglia
in una pozzanghera nera come il tempo che passa
gioca così...
Con il mio naso a patata
se vuoi ci mettiamo un po' di insalata
gioca così...
Ti piace la tua faccia?
La mia la nascondo per paura del mondo
ma tu... rimani
rimani
Le guance arrossiscono
presto!! prendi un estintore o resteremo qui ore!
gioca così...
Questa sera
nera come una pantera
vorresti una maschera di cera?
Adesso tocca alla mia
non andar via.
Nascondo il mio viso con tanti chicchi di riso
però tu
rimani...rimani



Lettera d'amore
Sei un pensiero che si siede accanto a me
mi fai compagnia
e aspetti quel bacio romantico
che non ti darò in pubblico.
Le nostre mani si accarezzano
giocano ad incastrarsi tra loro
ma c'è qualcosa che mi blocca dentro
sono timido
a volte non riesco...
A dirti con parole confuse
quello che provo per te.
Ti sento lontana
ma forse non calcolo bene la distanza
però ti trovo ancora qui
mentre aspetti quel bacio caldo
che ti darei in un'altra epoca...


Ragno
E' finita una canzone...
I tuoi occhiali si sono appannati...
I tuoi occhi si sono spenti...
La barba non punge più...
La città si ferma
gli occhi si bagnano.
Quel mare che ti ha accompagnato
per tante tratte
adesso sta fermo
osserva le persone.
Quelle persone che adesso
guardano il tuo mare
con le tue canzoni in

sotto-fondo...

Le 8 domande a Giovanni Tasca


Da quanto tempo scrivi?
Ho iniziato a scrivere a 14 anni perché mi ero innamorato di una mia compagna di classe. Non avevo coraggio a dirglielo e comunicavo così con le parole scritte in forma abbastanza poetica.
Smisi di "amarla" e di conseguenza smisi di scriverle. Ufficialmente ho re-iniziato a scrivere nel 2008 per gioco e per amore. Nel 2012 uscì "Frammenti"(pubblicato dalla casa editrice Albatros) la prima raccolta di poesie insieme a Valeria Collauto Ruggeri è stato un gioco un esperimento riuscito anche piuttosto bene e... adesso continuo.

Che significa per te  scrivere poesie?
Non definisco poesie le cose che scrivo, li definirei più testi, perché quando ripresi nel 2008, scrivevo mentre ascoltavo le musiche e le canzoni così nacque "Frammenti".

Scrivi per vezzo  per necessità o cosa?
Ho scoperto che mi piace scrivere,mi piace raccontare storie che vedo o che sento. Mi piace credere che qualcuno si riveda o si ritrovi nelle cose che mi vengono in mente.

Cosa è che alimenta il tuo estro creativo?
 I particolari, anche più stupidi che però mi rimangono dentro o l'espressioni della gente ,il modo di pensare...Mi piace osservare le cose che si muovono 

C'è un messaggio che attraverso loro vuoi trasmettere?
 Magari trasmetto il mio essere, come sono io. Dato che sono un tipo riservato nelle mie cose,magari le mie cose escono con le cose che scrivo.

Ci sono poeti contemporanei che leggi con piacere?
 Io non leggo nessun poeta. I miei poeti preferiti sono i cantautori,qualcuno di oggi tantissimi di ieri.

Quale può essere secondo te il ruolo di una forma d'arte come la poesia oggi?
Potrebbe diventare come un'opera d'arte di Michelangelo ...basta crederci. Oggi come oggi è poco valutata la poesia in generale,basta vedere anche le varie case editrici che pubblicano, la maggior parte delle volte solo romanzi,saggi ecc...Però la poesia sta lì,buona in silenzio ma si sta muovendo e aspetta,si aspetta ma , facendo un po’ di rumore .Questo almeno è quello che penso io.

In che mese ed anno sei nato?
 Dicembre 1984 




Francesca Eva De Santis

TUTTO COME I FANTASMI

Le sue impronte sul marmo
Prima di andar via
Alcune parole sospese nel tempo
Uscendo dalla porta
Tutto,come i fantasmi
Dimenticherò di essere stata sua
Scorderò le sue mani,i suoi baci,i suoi occhi
Ma non il suo sorriso
Nel tempo lo porterò dentro
Come unico filo unito ad anni di vita con lui
Ed io già lo so, ora che va via
Sbattendo quella porta lui non sa che sarà l’ultima volta
Spariranno le sue impronte dal pavimento
Lavate via con sangue di un’arida sofferenza
Non ci saranno urla o lacrime
Solo sensazioni, come un oggetto messo lì che ora non c’è più
Non ci sarà la mancanza per l’assenza
Sarà come perdere gli altri due occhi con cui ho visto le esperienze
Il cuore non si spezzerà
Sarà tutto taciturno
Ci sarà qualche rigido rumore…i ricordi
Che colgono i sospiri e si spaccano come legna al fuoco.
Non verrà la solitudine,
troppo giovane è l’età.
E di lui mi rimarranno solo le foto, qualche pensiero
Lui sparirà…
Non sarà più intorno alla mia vita
Tornerà frettoloso raccontando una storia
Ma poi nella mente prenderà ancora per quella porta
Ed io non sussulterò, non più, e farò di lui un’anima
Farò di lui il passato
E se ne andrà
Come le impronte sul marmo…
Tutto,
come fanno i fantasmi…



Addormentato,
li fra le mie braccia.
Non riuscivo a scrollarti
A dirti con tristezza
“Devi andare”.
Ad ogni tocco
Ti svegliavi e subito
Tornavi a dormire.
Ed avevo quella gamba
che scendeva dal divano…
Io nuda e tagliata fuori.
Ma senza il coraggio di spostarti,
di chiederti di farmi spazio.
Ti ho riempito di baci
Sulla fronte sudata.
Volevo sussurrare nel tuo orecchio,
o scriverti addosso.
Dirti dell’effetto che mi fai.
Dell’effetto che mi faceva la sigaretta
Fra le tue labbra,
accesa lì, solo qualche ora prima.
Ma anche a far questo non ero capace.
Mentre cadevo anche io nel sonno
Ti ho chiamato amore…
Non te ne sei neanche accorto.
Era quasi giorno e ti sei alzato,
sei corso via ed io sono rimasta
gelata, immobile.
Con la mia gamba finalmente a terra.




LE LACRIME DI SAN LORENZO

Ricordi scanditi
Da giorni finiti
Musica suonava
Soltanto per te
Limiti invalicabili
Nel sogno di noi
Cuore distrutto
Distrugge a sua volta
Riprendere le parole?
Ormai sono andate
Rammenta Francesca
Rammenta
Mi è impossibile
Non farlo
Lo dico a me stessa
Per questo fa male
Perciò sarò sola
Stasera
Sotto le lacrime
Di San Lorenzo
Milioni di stelle
Soltanto per me.

   
  
Le 8 domande a Francesca Eva De Santis


Da quanto tempo scrivi?
Scrivo da circa dieci anni, ero appena adolescente quando misi le mani sul computer e scrissi il mio primo, acerbo e presuntuoso "romanzo". Era più che altro un diario, dovevo concludere la stesura entro un anno e ci riuscii, con un solo giorno di ritardo! In quelle righe viaggiava la mia vita e sottolineavano il mio puerile tentativo d'essere profonda e di trasmettere agli altri questo mio mondo così cosmico da non rientrare in quelle cento pagine. Ma se dovessi dire quand'è che ho amato la scrittura, quand'è che davvero ho iniziato a scrivere qualcosa e a dire "Forse questo può essere il MIO modo per esprimermi", beh, avrò avuto credo otto anni e diedi vita alla mia prima poesia.

Che significa per te scrivere poesie?
Significa raccontarmi e raccontare. Dire nel modo più sofisticato possibile che anche un pallone che rotola è qualcosa di meraviglioso. Le poesie raccontano e ci raccontano, bastano due parole, davvero due, per avere un'immagine marchiata a fuoco sulla pelle, nella mente e per sempre nella memoria. Forza, chi è che non ha qualche riga di poesia che gli suscita tutto un marasma di emozioni? Scrivo perché io amo quel marasma, amo prenderlo dagli altri e mi piace pensare di riuscire a generarlo come energia apocalittica sugli altri.

Scrivi per vezzo per necessità o cosa?
 Scrivo perché per me è necessario,per me è vita. Scrivo perché quando amo e non riesco a dirlo a parole, e i miei sguardi non bastano, devo avere l'illusione che ci sia un'altra strada per comunicarlo. Scrivo perché trovo magnifico l'universo letterario e sento di volerne far parte da sempre. Scrivo perché quando sto male posso sfogare le mie delusioni, e la rabbia, e i pensieri, senza far del male. Scrivo perché poi, un giorno, anche quello dopo aver scritto, voglio tornare su quel foglio e vedermi, perché per me la scrittura è memoria di me stessa. "Ah, ero così". Ricorderò sempre chi sono stata tramite le mie parole. Sempre. Perché sono oneste più di qualsiasi altra cosa al mondo.

Cosa è che alimenta il tuo estro creativo?
La vita, tutti gli attimi che mi colpiscono. Mia sorella di due anni che sorride, l'altra seduta alla cassa del supermercato, i miei genitori che si baciano prima di andare a lavoro, un uomo addormentato al mio fianco, con la fronte sudata e il braccio sul mio petto. Le cose così semplici da fare male. Lì nasce la voglia di scrivere, di imprimere quel momento, cercando di mantenerne il fascino. Il che è difficile!

C'è un messaggio che vuoi trasmettere?
Sì, che la vita è meravigliosa anche se estremamente difficile. E sembra brutto da dire, ma non è per tutti. La vita non è davvero per tutti. Per questo tutti la viviamo con estreme differenze. Tutte le emozioni che ci travolgono, anche le peggiori, possono essere raccontate e quelle parole essere d'aiuto per qualcuno, diventando poi un veicolo d'espressione universale. Pensiamo alle canzoni, le dedichiamo per dire ciò che sentiamo ma che attraverso le note risulta più efficace. Scrivo per diventare le parole di qualcuno che attraverso me potrà dire ad un padre che sbaglia, ad un uomo che lo ama, ad un amico che lui è lì. Presuntuoso vero?

Ci sono poeti contemporanei che leggi con piacere?
Sì, sono circondata da bravissimi poeti, anche nel piccolo della città di Terni. Loro li leggo con piacere. Alcuni di questi verranno poi intervistati da voi per cui tutti avranno modo di confermare la qualità del talento dei giovani e meno giovani del nostro territorio.

Quale può essere secondo te il ruolo di una forma d'arte come la poesia oggi?
E' potente, la poesia è un'arma. Può sfondare qualsiasi barriera se chi la riceve è abbastanza sensibile da riconoscerne la potenza.

In che mese ed anno sei nata?
Ottobre 1990. Figlia del vecchio millennio! 





Alessandro Labianca


Non penso che esista un metro di misura per tutti i tipi di distanza.

Quanto siamo distanti
Io e te
Quanto siamo distanti
In mari per esempio,
Dimmi quanto dovremmo navigare per toccarci
Stringersi così forte da abbracciarsi,
Quanta acqua nei polmoni dovremmo avere
In decilitri
Per raggiungerci.
Dimmi quanto siamo distanti in montagne
Quelle grandi
Di montagne
Quante ne dovremmo scalare
Quante ore dovremmo camminare
E poi cadere,
Ricominciare,
Piantare bandiere sul tuo cuore
Sedermi sulla tua pelle liscia.
Quanti echi dovremmo far partire
E poi far tornare
Per trovarci
Per crearci una specie di punto di ritrovo
Per le nostre esistenze
Per dirci le cose sottovoce
Per non farci sentire
E portarti in posti lontani e sconosciuti
Sorprenderti
Ma tu,
Dannazione
Non mi segui mai.



Per sempre (?)

E in cosa consiste la parola per sempre
Come si conta.
Quante dita ci vogliono per contare per sempre
Come ci si arriva
Se in macchina in monopattino in aereo in treno in autobus in bicicletta
Come ci si arriva
A per sempre
Quanti minuti ci si impiega
Quante vite
Con te
Per arrivare a per sempre
Vorrei passare,
Quante volte vorrei baciarti
Per coprire tutto lo spazio che arriva a per sempre
E quante sono le parole che vorrei dirti 
Fino ad arrivare a per sempre
Per non poterci arrivare mai
E allontanare il momento in cui doverci dividere,
Per sempre.
E quindi in fondo penso che la parola per sempre non abbia senso e i perché e i però e la mia barba troppo lunga e la tua bocca liscia piccola chiusa non abbiano senso e di me, di me trovi qualcosa che abbia senso? Fra quest’amore e questo letto, aperto, le mani cercano le mani, e te, e di te cosa penso di poter portar via magari rubare, di nascosto e restituirti, un giorno, a per sempre, sempre se ci arriveremo, sani intendo, a per sempre, se troveremo le dita per contarlo, i baci e le parole che ci vogliono per trovarlo, per sempre
Chissà
Se un giorno
Troveremo i mezzi adatti
Per arrivarci
Se riusciremo 
Un giorno





A Capodanno un bambino di non so quale età pensa alle bugie.
Chissà chi le ha inventate
Le bugie.
Chissà come ha pensato alle bugie
Se gli è scappata
O ci ha pensato 
Alla bugia,
Se è venuto spontaneo
Come spesso mi succede
Dirle
Le bugie.
Chissà se era un uomo o una donna cattiva
O un uomo o una donna buona
Chissà come è stata la reazione del bugiardato quando è stato bugiardato
Che forma aveva la bugia e di che colore erano i suoi occhi,
Del bugiardo intendo.
Vorrei sapere inoltre se le bugie sono nate a fin di bene
O a fin di male
Almeno per la magra consolazione del sapere perché sono nate
Queste maledette bugie
Che fanno credere che Babbo Natale non esiste
Che i Puffi non esistono
Che è sempre meglio credere ai grandi
Che è sempre meglio credere agli altri
E non a me.
Infine
Vorrei sapere se le prime bugie
Sono state grandi bugie
O piccole bugie
Come le mie
Per farti sorridere
E se Gesù le perdona 
Le bugie,
Perché se dovessi andare all’inferno
(non sarà mica una bugia anche l’inferno vero?)
Per le bugie
Non le direi mica,
Ma se così non fosse
Le racconterei ancora
Le bugie
Per vederti sorridere
Anzi
Le racconterei tutto il giorno 
E tutta la notte non dormirei
Per inventarmi delle bugie
E farti sorridere.
Ma la notte non le invento le bugie
Sarà che dormo
Sarà che vado a letto tardi la sera
Sarà che ognuno crede
(Pensate un po’!)
Di non mentire mai.




Le 8 domande ad Alessandro Labianca
vincitore del 3° Poetry Slam Sangemni 2014

  


Da quanto tempo scrivi?
Avevo circa 9 anni. Mi ricordo che la maestra ci diede come compito quello di scrivere una poesia sulla Shoah in occasione del giorno della memoria. La scrissi velocemente e controvoglia, come del resto si affrontavano i compiti a quell’età. Rimasi piacevolmente sorpreso nel constatare il successo che riscontrò fra le maestre e in famiglia  e ne andai talmente fiero che iniziai a volerla leggere ovunque e in  qualunque occasione, anche se ero perfettamente cosciente di risultare spesso fuori luogo. Comunque è sorprendente come le sensazioni, anche fisiche, provate la prima volta siano identiche a quelle che provo ancora oggi.

Che significa per te  scrivere poesie?
Scrivere poesie per me non ha un significato preciso. E’ qualcosa che esce fuori da sola e non puoi ‘’dargli un nome’’, un perché. C’è e basta. Potrebbe essere una specie di ‘’Ei, qui ci sono anche io!’’ rivolto a non so quale entità precisa. Ma non ne sono perfettamente sicuro.

Scrivi per vezzo  per necessità o cosa?
Ci ho pensato spesso e sono arrivato alla conclusione che scrivere, almeno per me, assomiglia molto ad un compito per casa, solo che ad assegnarmelo non è la maestra ma qualcosa che non si tocca, che parla e basta e che credo nessuno sappia precisamente cosa sia. Fondamentalmente non si sa neanche perché ce lo ordina, ma non è importante chiederselo . Un compito va svolto e basta.

Cosa è che alimenta il tuo estro creativo?
Il mio estro creativo credo non si alimenti. Per rispondere, se posso permettermi, prenderei in prestito alcune parole di Arnaldo Pomodoro che sono state una specie di lampadina per i miei dubbi a riguardo: ‘’Non credo all’ispirazione, si tratta piuttosto di suggestioni, folgorazioni che ti vengono in diverse situazioni, nei momenti più impensabili’’.

C'è un messaggio che vuoi trasmettere?
Io credo molto nella poesia libera, diretta. Ciò che sento scrivo, senza pensare a cosa vorrei comunicare,a cosa gli altri vorrebbero che io comunicassi. Fatto sta che spesso ciò che sento di scrivere contiene un messaggio, anche senza volerlo espressamente. Dipende tutto dal momento, dipende tutto da dentro.

Ci sono poeti contemporanei che leggi con piacere?
Sono una persona molto attenta alla poesia contemporanea, mi piace scoprire soprattutto nuovi autori, sconosciuti. Una delle mie ricerche mi ha portato a Guido Catalano, poeta Torinese quarantenne ormai conosciuto a livello nazionale e non solo. È un mix di ironia e profondità, uno dei miei autori preferiti. Mi ispiro molto a lui.

Quale può essere secondo te il ruolo di una forma d'arte come la poesia oggi?
La poesia è sempre stata un po’ l’arma in più del genere umano verso il ‘’male’’ inteso in senso generale, un riparo dalle preoccupazioni e dalle intemperie. Oggi che di preoccupazioni se ne hanno molte ( e di intemperie pure) la poesia può risultare, se correttamente adoperata,  un mezzo importante per uscire da questo momento che sta assumendo sempre più i tratti della crisi economico-sentimentale.

In che mese ed anno sei nato?
Luglio 1994, forse è per questo che amo l’estate!











































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