venerdì 27 giugno 2014

Fontane

… E l'acqua fa da vera padrona in una particolare forma d'arte: quella delle fontane. Insomma, quanti scultori famosi si sono impegnati a costruire fontane  che ancora oggi ( o forse ancor di più oggi) guardiamo  stupiti per la loro bellezza !  

Fontana di  Trevi Bernini



La fontana dei quattro fiumi Bernini

 Bracaccia Bernini 

Fontana di Nettuno a Tivoli Bernini

Fontana delle Naiadi Mario Rutelli


Fontana di Eolo Vanvitelli

L'acqua come fonte d' ispirazione pittorica


Battesimo di Cristo Giotto


La nascita di Venere di Sandro Botticelli

Amor sacro e amor profano di Tiziano
(Venere e Proserpina, assistono l’amorino che miscela l’acqua contenuta nello scrigno-sarcofago
 trasformando la morte in vita)
Narciso di Caravaggio

Boulogne sur mer di Manet

Impression soleil levant di Monet

Ila e le ninfe di J.W. Waterhouse

Ophelia di J.W. Waterhouse

Notte stellata sul Rodano di Van Gogh

Il lago di  Annecy Paul Cézanne

lunedì 23 giugno 2014

DA NON PERDERE



                      Una conferenza per  guardare , accompagnati da un esperto,  alcuni dipinti di pregio, ubicati nella chiesa di San Giovanni a San Gemini.



Tra questi, una “ fotografia” del 1639 che racconta il matrimonio tra la figlia di Giannantonio II duca di San Gemini e  Costanza Savelli, Donna Giustiniana Orsini , con Ferdinando Orsini IV duca di Bracciano, a cui Donna Giustiniana portò in dote il ducato di San Gemini, che venne poi annesso a quello di Bracciano. 

mercoledì 18 giugno 2014

Napoli- Anna Laura Bobbi




NAPOLI
Affonda i denti dentro alla musica
serra mascelle intorno alle ossa
che le finiscono di spolpare
tra il vulcano gendarme
la distesa di fumarole
le dita allungate del mare.


Dalle piazze accatastate

serpeggiano lamiere
ma si affaccia istantaneo
e ti ammalia
uno scorciare di senso
briciole umane in risacca
e senti che ti palpita dentro
quella smania di discesa
fame di aria, di luce
ti ruzzola in gola
ti vorresti intrufolare
in mezzo alle
scintille d'acqua che consumano il frastuono.


Riconsegnate le voci di un sogno,

saliva il silenzio del mare.
Seduta alla finestra di uno scoglio
mi dipingevo Napoli:
un pescatore
quattro scugnizzi nel gioco della barca
a torso nudo un uomo al primo sole
la scia di un naviglio si allunava
nel cielo rovesciato.


Silenti i mandolini,

evaporati i cumuli di rifiuti
dell'acqua, del macigno e del dolore
dai vicoli affollati si issava odore di gente
impensierita nei patti col futuro.


Il mondo è una città del mare

dolenza colore furore sfinimento coscienza fremito.
Napoli come il gatto ha sette vite da vivere, 

 Anna Laura Bobbi  da "Mitica Futura"

Venezia- V. Cardarelli




SETTEMBRE A VENEZIA


Già di settembre imbrunano
a Venezia i crepuscoli precoci
e di gramaglie vestono le pietre.
Dardeggia il sole l'ultimo suo raggio
sugli ori dei mosaici ed accende
fuochi di paglia, effimera bellezza.
E cheta, dietro le Procuratìe,
sorge intanto la luna.
Luci festive ed argentate ridono,
van discorrendo trepide e lontane
nell'aria fredda e bruna.
Io le guardo ammaliato.
Forse più tardi mi ricorderò
di queste grandi sere
che son leste a venire,
e più belle, più vive le lor luci,
che ora un po' mi disperano
(sempre da me così fuori e distanti!)
torneranno a brillare
nella mia fantasia.
E sarà vera e calma
felicità la mia.

martedì 17 giugno 2014

Trieste e Genova: U.Saba e D. Campana




Trieste

"Ho attraversato tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.



Trieste ha una scontrosa

grazia. Se piace,

è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.



La mia città che in ogni parte è viva,

ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva."


Umberto Saba






Genova
Poi che la nube si fermò nei cieli
Lontano sulla tacita infinita
Marina chiusa nei lontani veli,
E ritornava l’anima partita
Che tutto a lei d’intorno era già arcana
mente illustrato del giardino il verde
Sogno nell’apparenza sovrumana
De le corrusche sue statue superbe:
E udìi canto udìi voce di poeti
Ne le fonti e le sfingi sui frontoni
Benigne un primo oblìo parvero ai proni
Umani ancor largire: dai segreti
Dedali uscìi: sorgeva un torreggiare
Bianco nell’aria: innumeri dal mare
Parvero i bianchi sogni dei mattini
Lontano dileguando incatenare
Come un ignoto turbine di suono.
Tra le vele di spuma udivo il suono.
Pieno era il sole di Maggio.
Dino Campana

venerdì 13 giugno 2014

Fernando Pessoa




Magnificat


Quando passerà questa notte interna, l'universo,
e io, l'anima mia, avrò il mio giorno?
Quando mi desterò dall'essere desto?
Non so. Il sole brilla alto:
impossibile guardarlo.
Le stelle ammiccano fredde:
impossibile contarle.
Il cuore batte estraneo:
impossibile ascoltarlo.
Quando finirà questo dramma senza teatro,
o questo teatro senza dramma,
e potrò tornare a casa?
Dove? Come? Quando?
Gatto che mi fissi con occhi di vita, chi hai là in fondo?
Si, sì, è lui!
Lui, come Giosuè, farà fermare il sole e io mi sveglierò;
e allora sarà giorno.
Sorridi nel sonno, anima mia!
Sorridi anima mia: sarà giorno!


venerdì 6 giugno 2014

ALEXANDER PUSKIN

Ti amai

Ti amai, anche se forse
ancora non è spento
del tutto l'amore.
Ma se per te non è più tormento
voglio che nulla ti addolori.
Senza speranza, geloso,
ti ho amata nel silenzio e soffrivo,
teneramente ti ho amata come
-Dio voglia- un altro possa amarti.


giovedì 5 giugno 2014

Federico García Lorca -







Ho paura di perdere la meraviglia
dei tuoi occhi di statua e l’accento
che di notte mi mette sulla guancia
la rosa solitaria del tuo alito.

Mi addolora star su questa riva
tronco senza rami; ma ciò che piú m’addolora
è non aver fiore, polpa o terra,
per il verme della mia sofferenza.

Se tu sei il mio tesoro occulto,
se sei la mia croce e il mio dolor bagnato,
se sono il cane del tuo dominio,


non lasciarmi perdere ciò che ho guadagnato
e inghirlanda le acque del tuo fiume
con foglie del mio autunno perduto.



Da “Poesie sparse”