martedì 12 marzo 2013

Alba de Céspedes


"E’ strano: la nostra vita intima è ciò che più conta per ognuno di noi, eppure dobbiamo sempre fingere di viverla senza quasi avvedercene, con disumana sicurezza".
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Nasce a Roma l’11 marzo 1911. Laura Bertini, la madre, è italiana, mentre le origini paterne sono cubane: il nonno era stato nel 1869 il primo Presidente della Repubblica Cubana, il padre, Carlos Manuel, era un diplomatico. Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, trascorsi tra l’Italia e la Francia, sono caratterizzati da una formazione scolastica non regolare e dal primo impegno per la scrittura. Nel 1926 sposa il conte Giuseppe Antamoro e il 16 febbraio 1928 nasce il figlio Franco Carlo Manuel Antamoro. In seguito alla separazione dal marito, Alba vive a Roma con Franco. Sono anni di cambiamento, in cui la scrittura diventa mestiere. Dopo l’uscita del primo racconto nel 1934, comincia a pubblicare con regolarità. Nel 1935 viene arrestata a Roma con l’accusa di antifascismo e trattenuta per cinque giorni nel carcere femminile. Nello stesso anno escono L’anima degli altri. Novelle presso l’editore Maglione; Io, suo padre. Romanzo sportivo per Carabba. Conosce Arnoldo Mondadori e nel 1938 pubblica il romanzo Nessuno torna indietro. Pubblica la raccolta di racconti Fuga e si orienta verso la narrativa con esiti, prevalentemente inediti, che dimostrano il suo confronto con la poetica neorealista. Nel 1943 attraversa le linee tedesche e raggiunge l’Italia liberata: dopo aver vissuto per un mese rifugiata in un bosco abruzzese, è assunta a Radio Bari e, con lo pseudonimo di Clorinda, dirige la rubrica Italia combatte. Tornata a Roma lavora alla realizzazione della rivista “Mercurio. Mensile di politica, arte, scienze” che esce dal settembre 1944 al gennaio 1948, sotto la sua direzione. Il 18 aprile 1945 si sposa con il diplomatico Franco Bounous. Dal 1948 comincia a delinearsi una fase legata a lunghi soggiorni statunitensi, cubani e francesi. La produzione sconfina dalla narrativa verso il cinema e il teatro. La fama internazionale è alimentata dalle numerose conferenze tenute da Alba negli Stati Uniti, a Tunisi e dalla collaborazione radiofonica con la BBC di Londra. Cura su “Epoca” la rubrica Dalla parte di lei (1952-1958) e Diario di una scrittrice (1958-1960).  Dopo soggiorni sempre più frequenti in Francia, si trasferisce definitivamente a Parigi. Lascia il giornalismo e pubblica con Seuil Chansons des filles de mai e Sans autre lieu que la nuit. Sono questi gli anni in cui ha inizio il grande impegno per l’ultimo romanzo, Con grande amore, al quale Alba lavora fino alla morte, avvenuta il 14 novembre 1997 a Parigi
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Credete di non poter far nulla, voi, chiuse nel giro della vostra vita consueta, casa e ufficio, casa e ufficio. Credete. E invece io vi dico che potete, voi, proprio voi, col vostro grembiulino nero, davanti alla vostra macchina da scrivere, essere altrettanto utile di un patriota o di un soldato. Ci sono anzi cose che essi vorrebbero fare e non possono, cose che non potete fare che voi.
Istruzioni per il sabotaggio (Alle impiegate), “Italia combatte”, [1943]
Durante i mesi di maggio e giugno 1968, mi trovavo a Parigi, […] nel quartiere dov’è scoppiata la rivolta degli studenti. […] Di giorno uscivo, mi recavo alla Sorbona […] incontravo i giovani rivoluzionari, li interrogavo, li spingevo a parlare. Più loquaci, le ragazze divenivano ai miei occhi le protagoniste di quella rivolta che fu il primo segno spontaneo e inequivocabile della lotta che sta cambiando la nostra società; forse perché la donna –per sua natura – esprime con passione le proprie idee, i propri sentimenti, e affronta con una sorta di eroismo ogni vicenda
della propria vita.

Le ragazze di maggio, Mondadori, 1970, risvolto di copertina dell’autrice

                                                                                                                                                    Liberamente tratto da Portaletture

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