mercoledì 30 luglio 2014

Passeggiando lungo il fiume

"... noi non vediamo né i fili d'erba in un paesaggio né la rugosità della pelle in un bel volto. L'occhio con la sua felice incapacità di percepire gli infiniti particolari, fa pervenire alla mente solo quello che va percepito; quest'ultima fa ancora, a nostra insaputa, un lavoro ulteriore: non tiene conto di tutto quanto le presenta l'occhio, ricollega quello che prova a precedenti impressioni, e la sua gioia dipende dal suo umore. E' per questo che una stessa visione non produce lo stesso effetto in momenti diversi"
E.Delacroix















lunedì 28 luglio 2014

Giovani poeti

" La musica "passa attraverso", esiste in sé e precede chi suona meravigliosamente, lo percorre come fosse un veicolo chiamato dal destino a farsi strumento per l'ascolto altrui. Così è la scrittura. Non una tecnica virtuosa perché la scrittura in sé è cosa vuota se non c'è un'anima che l'attraversi e la preceda. Se non c'è un'urgenza di dire che nasca prima della parola scritta e in quella, come per caso, prenda forma".
                                                                      ( Glen Gould )



Risponde alle nostre 8 domande
Agnese Pecorelli

martedì 22 luglio 2014

Bianca Garufi


Nasce a Roma da una famiglia aristocratica siciliana. La mamma Giuseppina Melita, donna di forte temperamento e refrattaria a regole precostituite, unica sopravvissuta della sua numerosa e ricca famiglia dal terremoto che colpì Messina nel 1908, ebbe sulla giovane scrittrice una marcata influenza sia a livello caratteriale - come riconosce già in Romanzo Postumo "più mi ribellavo, più le somigliavo" - sia culturale, diventando una delle più importanti psicoanaliste junghiane dell'ultimo scorcio di secolo. Vive gli anni dell'infanzia in collegio a Roma e le lunghe vacanze estive a Letojanni vicino Taormina e Siracusa.
Da quest'amore per la Sicilia e i suoi abitanti, nasce anche un forte attaccamento alle loro tradizioni e spesso nei romanzi della Garufi ci sono descrizioni così minuziose che fanno ben intendere una conoscenza diretta di tutti gli usi e costumi di questa popolazione, come si può notare in due suoi libri Fuoco Grande (1959) e Il Fossile (1962).
Durante la seconda guerra mondiale, Bianca Garufi è a Roma e partecipa alla Resistenza accanto a Fabrizio Onofri, figura carismatica e storica del Partito comunista italiano e considerato, fino al 1956 dopo l'uscita dal partito per i fatti d'Ungheria, il successore di Palmiro Togliatti. Si ritrovano assieme ad altri "ribelli" in una bottega a Ponte Milvio, il quartier generale dove si erano organizzati per poter portare aiuto a quelli che in quel momento si trovavano in difficoltà e perseguitati. Ma l'aiuto, pur sostenuto da un ideale politico quale il marxismo, veniva dato, soprattutto dalla Garufi, non tanto per una sua militante azione politica e nemmeno per il potere, ma per pura umanità. La Garufi infatti era una donna riservata che non amava mettersi in evidenza e, come dice parlando di se stessa, "Je suis infâme au public".
Dal 1944 al 1958 Bianca Garufi lavora per Einaudi nella sede romana, in via degli Uffici del Vicario, come segretaria generale. Qui conosce Cesare Pavese, che all'epoca era consulente per la stessa casa editrice. Questo periodo di confronto è affrontato con grande entusiasmo, considerando anche il momento fine guerra e inizio ricostruzione post bellica, e con gran voglia d'apertura verso argomenti che a Pavese risultavano un po' ostici e sconosciuti. Del gruppo faceva parte ancheNatalia Ginzburg, e insieme si trovavano spesso a cena a parlare di letteratura. Inizia così un sodalizio spinto soprattutto dalla curiosità di Cesare Pavese sia per lapsicoanalisi, materia che la Garufi aveva iniziato a studiare, sia l'interesse di entrambi per i miti greci, dei quali la psicologia di stampo junghiano si occupava spesso. Questa affinità d'interessi e un amore non corrisposto porteranno Pavese a scrivere i Dialoghi con Leucò [1], nel quale con una dedica e data, novembre 1947[2]consacra un amore infelice ad una donna forte fatta di terra e di mare che vanamente aveva sempre cercato. In questo periodo le dedica anche un ciclo di poesieLa terra e la morte edite in seguito da Einaudi.
Nasce dal loro sodalizio anche il romanzo (scritto a quattro mani) Fuoco grande, che sarà pubblicato, firmato da entrambi, nel 1959, ossia nove anni dopo la morte dello scrittore. Pur essendo affini culturalmente, i due avevano caratteri assai diversi. Bianca Garufi esternava sempre i suoi sentimenti, anche i più dolorosi, attraverso l'analisi di se stessa come si può intuire anche dalle lettere che scriveva a Cesare Pavese; mentre questi, un po' per ignoranza un po' per paura verso le pratiche analitiche che scavano nell'anima, temeva un blocco nella creatività, contrariamente all'amata, che sosteneva che liberandosi dei turbamenti dell'anima si è più creativi e limpidi. Nonostante queste sostanziali diversità, Pavese ebbe grande ascendente sulla scrittura della Garufi, severo, rigoroso e attento allapunteggiatura in modo quasi maniacale, fecondo di consigli, come quando le ripeteva "Pietra che rotola non raccoglie muschio", nel senso che non bisognava farsi distrarre da innumerevoli interessi ma focalizzarsi sullo scrivere e sul modo come si scrive.
Nel 1951 si laurea con la tesi di laurea, la prima discussa in Italia su Carl Gustav Jung, dal titolo Struttura e dinamica della personalità nella psicologia di C. G. Jung, con il professor Galvano Della Volpe. All'inizio degli anni sessanta si trasferisce in Francia e, nel 1962 pubblica perEinaudi Il fossile. Continua ad occuparsi di psicologia, senza però prendere parte attiva al circolo junghiano francese. Conosce Pierre Denivelle, impiegato di Olivetti, che sposerà; il lavoro del marito costringerà la Garufi a continui spostamenti in giro per il mondo. Nel 1968 la casa editrice Longanesi pubblica Rosa Cardinale, altro romanzo a forte connotazione psicologica, tutto giocato sul dualismo che anima la protagonista. La Garufi non si riconoscerà completamente nel romanzo, in cui si trovano tuttavia forti note autobiografie: basti confrontarne la trama alle lettere scritte da Pavese nel 1946.
Nel 1970 e per tre anni istituisce a Hong Kong, dove momentaneamente si era trasferita, il lettorato di lingua e cultura italiana presso l'Università Cinese.
Pur continuando a svolgere l'attività di traduttrice (tra gli altri Claude Levi-Strauss e Simone de Beauvoir), si dedica appassionatamente alla professione di psicoterapeuta junghiana, diventa vice presidente dell'Associazione Internazionale di Psicologia Analitica e membro attivo come didatta dell'Associazione Italiana di Psicologia Analitica.
Nel 1974 è a Roma, dove scrive una pièce sulla condizione della donna, intitolata Femminazione. Presentato alla Rai, questo lavoro mette in evidenza la condizione della donna e la sua emancipazione, sempre legate alla psicologia. In un articolo pubblicato nel 1977 sulla "Rivista di Psicologia Analitica" dal titolo Sul preconcetto dell'inferiorità della donna, Bianca Garufi affronta un tema a lei molto caro. L'interpretazione dell'universo femminile dal punto di vista della psicoanalisi e della psicologia analitica, d'altra parte, aveva già marcato la raccolta di poesie pubblicata nel 1965.
Nel 1980 partecipa a un congresso sulla moda e il rapporto con la psiche umana a San Francisco. Nella sua conferenza espone il tema del senso d'affetto per il mondo e per il corpo che ci rappresenta, perché, come spiega: "abbiamo solo questo per esistere e rappresentarci quindi deve essere per forza, attraverso la moda, lo specchio del nostro io". Vanni Scheiwiller nel 1992 pubblica una raccolta della sua produzione poetica, dal 1938 al 1991, ristampata nel 2004.
Nell'ultimo periodo della sua vita continua come aveva sempre fatto con grande lucidità analitica a scrivere di psicologia del profondo, per le più prestigiose riviste specialistiche: la "Rivista di Psicologia Analitica", il "Jounal of Analytical Psychology", "Spring" e "Anima". Muore a Roma il 26 maggio 2006.

***

 A noi piace ricordarla sia con una sua poesia sia citando le sue stesse parole tratte dall’ intervista di Marino Parodi novembre 2005 (club 3 come siamo come eravamo), che le chiedeva   a conclusione della stessa , un consiglio su come vivere meglio “gli anni d’oro”
“… A mio parere, il segreto è uno solo per tutte le stagioni dell’esistenza e sta in due scelte di fondo: scoprire l’anima e vivere la propria creatività.
Per vivere la propria creatività, nella famiglia come nel lavoro e nel tempo libero, esistono migliaia di strade: un po’ ci conosciamo, quindi non ci sarà difficile individuarle, sulla base di ciò che ci attira e ci appassiona. Scoprire l’anima significa imparare a dire “sì” alla vita, accettare ogni evento nella consapevolezza che ciò che ci fa soffrire è in definitiva una lezione da imparare e che la vita ci toglie qualcosa soltanto per restituirci molto di più,"



Legna che accende
e si accende e che
riscalda e brucia
e si riaccende e che non
smette di bruciare
riaccendersi per esaurirsi
e per ricominciare ancora
non la tua vita ma la
vita
permanenza universale che
non ha senso che non 
ha inizio né fine né altro
scopo che la vita
qui su questa strada
d'asfalto con le sue
due dighe gialle ai lati
o laggiù in fondo al mare
o in alto sulla collina in 
cima all'abetaia
Dove
non ha importanza e quando
è solo una
metafora perlacea
con cui
riempi i giorni le notti
l'andirivieni della 
tua esistenza
dell'esistenza
così come la concepisci tu
e anche come tu non puoi neanche
concepirla
avulsa
dallo spazio e dal tempo
la tua inesistenza
l'inesistenza.

domenica 20 luglio 2014

Giovani Poeti





"La poesia è un eco, che chiede all’ombra di ballare."

(Carl Sandburg)




Dopo Alessandro Labianca e Francesca Eva De Santis, 
 a risponde alle nostre  8 domande è
Giovanni Tasca
  

sabato 19 luglio 2014

I cinque Arcangeli Custodi della Terra

Sarà che la curiosità è il sale della vita, sarà che spesso i nomi propri pesano, sarà che l'equità e la giustizia sembrano essere sempre più lontani da questa terra; sta di fatto che oggi ho pensato di condividere quanto segue ed una poesia.
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I cinque Arcangeli Custodi della Terra
Tra tutti gli Angeli che ci guidano e ci amano, gli Arcangeli Custodi (anche conosciuti come Arcangeli Guardiani) sono quelli che particolarmente fanno sentire la loro presenza sulla Terra inviandoci costantemente amore, messaggi e miracoli.
La loro energia è come un torrente che scorre, dissetando le nostre vite e quelle di coloro intorno noi. Tutti gli altri angeli rispondono alla loro chiamata e alle loro energie aiutando a diffondere l’amore e la saggezza di questi Arcangeli. Gli Arcangeli sono molto potenti e sono coloro che portano l’energia dell’amore, la saggezza, la guarigione, la compassione, la giustizia, la pace, la serenità e la comprensione. Noi possiamo chiamare un arcangelo quando desideriamo amore puro nelle nostre vite. Loro ci aiutano a raggiungere i nostri obiettivi, a guardare nei nostri cuori, ad amare profondamente e ad esprimerci nella nostra totalità.

Qui sotto potete trovare alcune delle molte caratteristiche di questi arcangeli e in cosa possono assisterci. Quando ricevete l’aiuto di un Arcangelo è sempre un’esperienza unica. Loro sanno di cosa avete bisogno e vi aiutano specificamente. Lasciate che questa piccola guida sia un modo divertente per cominciare a conoscere meglio gli Arcangeli.

Mikael (Arcangelo Michele)
Angelo del Fuoco, della Giustizia, del Reiki, della Spada Blu della Guarigione e l’angelo della Comprensione.
Caratteristiche: Mikael è stato uno tra i protagonisti della nostra storia, dell’arte e adesso anche dei film. Spesso raffigurato come un guerriero con l’armatura e la spada blu oppure con un mantello rosso e grandi ali di puro bianco.
Servizio: L’energia di Mikael ci aiuta a comprendere le nostre vite e il mondo intorno a noi. Il suo amore è forte e protettivo. È il migliore Arcangelo da chiamare per purificare case e terre. La sua fiammeggiante spada blu spesso assiste chi pratica Reiki nell’atto di rimuovere le energie negative e purificare pensieri stagnanti. Ha una voce forte e spesso ci spinge nella giusta direzione.


Raphael (Arcangelo Raffaele)
Angelo dell’Aria, del Pensiero, della Guarigione e dei Nuovi Inizi.
Caratteristiche: Raphael viene raffigurato come il messaggero del Cielo. Egli arriva al sorgere del Sole e ci guida durante tutta la giornata.
Servizio: Raphael ci porta nuove comprensioni ed esperienze. Spesso la sofferenza e la guarigione sono necessari per la crescita e la consapevolezza interiore. Raphael porta con se il Non-Giudizio, permettendoci di vedere la verità di ogni esperienza. Raphael chiama tutti gli Angeli Guaritori intorno ai malati e li assiste con preghiere curative.


Gabriel (Arcangelo Gabriele)
Angelo dell’Acqua, delle Emozioni e dei Desideri più profondi. Angelo dell’Equilibrio tra maschile e femminile e della Compassione.
Caratteristiche: raffigurato sia con aspetto maschile che femminile, Gabriel è stato il messagero per Maria e Muhammad, portando loro grandi intuizioni e nuove sfide.
Servizio: Gabriel ci insegna ad equilibrare le energie maschili e femminili dentro di noi. Nelle nostre vite abbiamo bisogno sia della forte energia maschile, sia dell’amorevole e calda energia femminile. Gabriel ci da spesso intuizioni e illuminazioni sul comportamento da avere o le decisioni da prendere. L’Arcangelo ci mostra inoltre che si può essere potenti ma compassionevoli con se stessi e con gli altri.


Ariel

Angelo della Terra, degli Animali e di tutta la vita sulla Terra. Angelo della Pace della Saggezza e del Manifestare Amore.
Caratteristiche: Ariel è il diretto protettore della Terra. L’arcangelo assicura protezione e sopravvivenza a tutti gli uomini, animali e spiriti. Si dice di questo Arcangelo che sia il più alto di tutti cosi da poter controllare tutta la Creazione.
Servizio: Ariel ci aiuta comprendere la relazione tra tutte le creature viventi. Quest’Arcangelo può rivelare i diversi livelli di energie e realtà che ci circondano. Egli ci insegna la profonda connessione tra tutte le forme di vita e questo pianeta. Egli ci mostra come le nostre azioni influenzano tutta la vita, dal più grande degli alberi al più piccole batterio. Ariel vi aiuterà a creare la pace nel mondo partendo dalla pace nel vostro cuore.


Arcangelo dello Spirito

Lo Spirito Santo, Angelo dell’Amore, l’Angelo di tutti
Caratteristiche: L’Arcangelo dello Spirito è raffigurato come una fiamma accesa all’interno dei nostri cuori. La sua forma è di pura luce, fuoco e di un colore dorato emana dal suo centro.
Servizio: Questo Arcangelo è quello dell’interconnessione tra tutta la Vita. È la scintilla che da vita. È l’Energia Universale dell’Amore che ci connette tutti. Questo Arcangelo connette tutti gli altri angeli della vostra vita. Spesso è colui che riceve e consegna le vostre preghiere.

(Se volete potete distribuire liberamente questo testo, in maniera non commerciale e gratuitamente, conservandone l’integrità, comprese queste note-I cinque Arcangeli Custodi della Terra
Postato da Mariu il gennaio 26, 2012 in Arcangeli, Reame Angelico,  ed il link http://angeliradianti.com)














- See more at: http://angeliradianti.com/i-cinque-arcangeli-custodi-della-terra/#sthash.6KKC7XWx.dpuf

lunedì 14 luglio 2014

Klimt e le fome della femminilità



Il tema base della produzione artistica di Gustav Klimt è senza dubbio la figura femminile, ritratta a partire da qualsiasi condizione sociale. Per questo motivo venne tacciato di eccessiva sensualità nelle sue opere. Una delle opere più note di Gustav Klimt è sicuramente Giuditta 1. Furono molte le modelle di Klimt, così come molte furono le amanti, anche se la compagna della sua vita fu per sempre Emile Floge. Giuditta 2 è un altro capolavoro di Gustav Klimt. Si notino i dettagli quasi fotografici dei volti delle sue donne, dovute al fatto che da giovane, per sbarcare il lunario, si dedicò per un lungo periodo ai ritratti partendo proprio da fotografie. Altro celebre quadro di Gustav Klimt sono Le tre età della vita. Klimt fu pesantemente influenzato dalla secessione viennese, tanto che divenne il massimo esponente dello stile Liberty.
Bisce d'acqua

La musica

La vergine

Ballerina

Le amiche

Danae


La speranza 2^

Giuditta-1^

Giusitta- 2^

Ritratto di Adele Bloch Bauer

Ritratto di Friederike Maria Beer

Le tre età della vita


Ritratto di Emilie Floge

 Ritratto di Fritza Riedler

 Ritratto di Sonja Knips

Natalia Ginzburg,


" ... E adesso siamo veramente adulti, pensiamo, e ci sentiamo stupiti che essere adulti sia questo, non davvero tutto quello che da ragazzi avevamo creduto, non davvero la sicurezza di sé, non davvero un sereno possesso di tutte le cose della terra. Siamo adulti perché abbiamo alle spalle la presenza muta delle persone morte, a cui chiediamo un giudizio sul nostro comportamento attuale, a cui chiediamo perdono delle passate offese: vorremmo strappare dal nostro passato tante nostre parole crudeli, tanti gesti crudeli che abbiamo compiuto quando pure temevamo la morte ma non sapevamo, non avevamo capito come era irreparabile, senza rimedio la morte:siamo adulti per tutte le mute risposte, per tutto il muto perdono dei morti che portiamo dentro di noi.
Siamo adulti per quel breve momento che un giorno ci è toccato di vivere, quando abbiamo guardato come per l’ultima volta tutte le cose della terra, e abbiamo rinunziato a possederle; le abbiamo restituite alla volontà di Dio: e d’un tratto le cose della terra ci sono apparse al loro giusto posto sotto il cielo, e così anche gli esseri umani, e noi stessi sospesi a guardare nell’unico posto giusto che ci sia dato: esseri umani, cose e memorie, tutto ci è apparso al suo posto giusto sotto il cielo. In quel breve momento abbiamo trovato un equilibrio alla nostra vita oscillante: e ci sembra che potremo sempre ritrovare quel momento segreto, ricercare là le parole per il nostro mestiere, le nostre parole per il prossimo; guardare il prossimo con uno sguardo sempre giusto e libero, non lo sguardo timoroso e sprezzante di chi sempre si chiede, in presenza del prossimo, se sarà suo padrone o suo servo. Noi tutta la vita non abbiamo saputo essere che padroni o servi: ma in quel nostro momento segreto, in quel momento di pieno equilibrio, abbiamo saputo che non c’è vera padronanza né vera servitù sulla terra. Così adesso, tornando a quel nostro momento segreto, cercheremo negli altri se già è toccato loro di vivere un momento identico, o se ancora ne sono lontani: è questo che importa sapere. Nella vita d’un essere umano, è il momento più alto: ed è necessario che stiamo con gli altri
tenendo gli occhi al momento più alto del loro destino.
Con meraviglia, ci accorgiamo che adulti non abbiamo perduto la nostra antica timidezza di fronte al prossimo: la vita non ci ha per niente aiutato a liberarci della timidezza. Siamo ancora timidi. Soltanto, non ce ne importa: ci sembra d’esserci conquistato il diritto d’essere timidi: siamo timidi senza timidezza: arditamente timidi. Timidamente cerchiamo le parole giuste in noi.
Ci rallegriamo tanto di trovarle con timidezza ma quasi senza fatica, ci rallegriamo d’avere così tante parole in noi, così tante parole per il prossimo, che siamo come ubriacati di facilità, di naturalezza.
E la storia dei rapporti umani non è mai finita in noi: perché a poco a poco succede che ci diventano fin troppo facili; fin troppo naturali e spontanei i rapporti umani: così spontanei, così senza fatica che non sono più ricchezza, né scoperta, né scelta: ma solo abitudine e compiacimento, ubriacamento di naturalezza. Noi crediamo sempre di poter tornare a quel nostro momento segreto, di poter sempre attingerci giuste parole: ma non è vero che ci possiamo sempre tornare, tante volte i nostri sono falsi ritorni: accendiamo di falsa luce i nostri occhi, simuliamo sollecitudine e calore al prossimo e siamo in realtà di nuovo contratti, rannicchiati e gelati sul buio del nostro cuore. 
I rapporti umani si devono riscoprire e reinventare ogni giorno. Ci dobbiamo sempre ricordare che ogni specie d’incontro con il prossimo, è un’azione umana e dunque è sempre male o bene, verità o menzogna, carità o peccato."



"(...) Un giorno incontriamo la persona giusta. Restiamo indifferenti, perché non l'abbiamo riconosciuta: passeggiamo con la persona giusta per le strade di periferia, prendiamo a poco a poco l'abitudine di passeggiare insieme ogni giorno. Di tanto in tanto, distratti, ci chiediamo se non stiamo forse passeggiando con la persona giusta: ma crediamo piuttosto di no. Siamo troppo tranquilli; la terra, il cielo non sono mutati; i minuti e le ore fluiscono quietamente, senza rintocchi profondi nel nostro cuore. Noi ci siamo sbagliati già tante volte: ci siamo creduti in presenza della persona giusta, e non era. E in presenza di quelle false persone giuste, cadevamo travolti da un tale impetuoso tumulto che quasi non ci restava più la forza di pensare: ci trovavamo a vivere come al centro d'un paese incendiato: alberi, case e oggetti divampavano intorno a noi. E poi di colpo si spegneva il fuoco, non restava che un po' di brace tiepida: alle nostre spalle i paese incendiati sono tanti che non possiamo più nemmeno contarli. Adesso niente brucia intorno a noi. Per settimane e mesi, passiamo i giorni con la persona giusta, senza sapere: solo a volte, quando rimasti soli ripensiamo a questa persona, la curva delle sue labbra, certi suoi gesti e inflessioni di voce, nel ripensarli, ci danno un piccolo sussulto al cuore: ma non teniamo conto d'un così piccolo, sordo, sussulto. La cosa strana, con questa persona, è che ci sentiamo sempre così bene e in pace, con un largo respiro, con la fronte che era stata cosè aggrottata e torva per tanti anni, d'un tratto distesa; e non siamo mai stanchi di parlare e ascoltare. Ci rendiamo conto che mai abbiamo avuto un rapporto simile a questo con nessun essere umano; tutti gli esseri umani ci apparivano dopo un poco così inoffensivi, così semplici e piccoli; questa persona, mentre cammina accanto a noi col suo passo diverso dal nostro, col suo severo profilo, possiede una infinita facoltà di farci tutto il bene e tutto il male. Eppure noi siamo infinitamente tranquilli.
E lasciamo la nostra casa, e andiamo a vivere con questa persona per sempre: non perché cia siamo convinti che è la persona giusta: anzi non ne siamo affatto convinti, e abbiamo sempre il sospetto che la vera persona giusta per noi si nasconda chissà dove nella città. Ma non abbiamo voglia di sapere dove si nasconde: sentiamo che ormai avremmo ben poco da dirle, perché diciamo tutto a questa persona forse non giusta con cui adesso viviamo: e il bene e il male della nostra vita noi vogliamo riceverlo da questa persona e con lei. Scoppiano fra noi e questa persona, ogni tanto, violenti contrasti: eppure non riescono a rompere quella pace infinita che è in noi. Dopo molti anni, solo dopo molti anni, dopo che fra noi e questa persona si è intessuta una fitta rete di abitudini, di ricordi e di violenti contrasti, sapremo infine che era davvero la persona giusta per noi, che un'altra non l'avremmo sopportata, che solo a lei possiamo chiedere tutto quello che è necessario al nostro cuore. (...)"
Tratto da "Le piccole virtù"


venerdì 11 luglio 2014

Giovani poeti


“Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita. “ da L’attimo fuggente     



Crediamo che la diversità sia una ricchezza e che non esista diversità più intrigante di quella tra l' essere uomini ed essere donne. In base a questo assunto in questa rubrica alterneremo fin quanto è possibile,  le loro voci.  Quindi, dopo Alessandro Labianca,  ecco la voce di Francesca Eva De Santis.  

lunedì 7 luglio 2014

Gian Carlo Menotti: due Pulitzer ed il Festival dei Due Mondi



 Nato a Cadegliano, in provincia di Varese nel 1911, Giancarlo Menotti iniziò gli studi al Conservatorio di Milano. Trasferitosi negli Stati Uniti, frequentò, su suggerimento di Arturo Toscanini, il Curtis Institute of Music di Filadelfia sotto la guida di Rosario Scalero. Compositore contemporaneo tra i più rappresentati al mondo, esordì nel 1937 al Metropolitan di New York con "Amelia al Ballo", opera nella quale emergevano già le caratteristiche del compositore eclettico di ispirazione pucciniana. Seguirono nel 1939 "The Old Maid And The Thief" (Il Ladro e la Zitella), nel 1945 "The Medium" (La Medium), nel 1947 "The Telephone" (Il Telefono). Nel 1950, con "The Consul" (Il Console) ottenne il Premio Pulitzer per la maggiore opera musicale dell'anno e la copertina sulla prestigiosa rivista "Time". L'opera ebbe un impatto fortissimo sul pubblico per il tema politico, che metteva in scena, in un'imprecisata nazione europea, un combattente per la libertà ferito in uno scontro con la polizia e costretto a fuggire abbandonando la moglie. Nel 1951 compose "Amahl and the Night Visitors" (Amahl e gli Ospiti Notturni), una delle sue composizioni più popolari, tenera e commovente. Nel 1954, "The Saint of Bleecker Street" (La Santa di Bleecker Street), rappresentata al Broadway Theatre di New York, valse a Menotti il secondo Pulitzer. Nel 1958 il compositore fondò il "Festival dei Due Mondi"di Spoleto, un appuntamento importante per le arti, animato dallo spirito di collaborazione culturale, che Menotti ha guidato con passione per quasi cinquant'anni. Grande regista, ha diretto per il Festival molte edizioni delle opere liriche in programma con grande successo di pubblico e critica. Convinto dell'importanza dello scambio culturale tra Europa e America, nel 1977 Giancarlo Menotti ha portato il Festival di Spoleto negli Stati Uniti, dirigendolo per diciassette anni e nel 1986, per tre edizioni, anche a Melbourne in Australia. Direttore Artistico dell'Opera di Roma dal 1992 al 1994, ha ripreso in seguito l'attività di compositore con il Trio per piano, violino e clarinetto del 1997 e la cantata per coro e orchestra Jacob's Prayer. Giancarlo Menotti si è spento all'età di 95 anni il primo febbraio 2007 a Montecarlo città in cui, disse lo stesso Menotti sorridendo sornione, morire diventa una trovata da vero ragazzaccio. 
                                                                                                                                       Tratto da Italica Rai Internazionale




Il 2 Luglio a Piediluco: foto di Francesca Eva De Santis

Il coro Casventum di Sangemini
diretto dal Maestro Emanuele Grigioni




Le voci recitanti














venerdì 4 luglio 2014

Venerdì 11 luglio ore 21.00 al Museo Guido Calori a San Gemini





Nella stupenda cornice del chiostro del 
Museo  Guido Calori a San Gemini, 
l’appuntamento :


NOTTE TRA SOGNO E VEGLIA.


Durante la serata organizzata dallo stesso Museo,
 Antonio Rocca parlerà del suo libro : 
"Sacro Bosco. Il giardino ermetico  di Bomarzo”,
 in cui sostiene la tesi secondo la quale la chiave del parco segreto è la traduzione in pietra dell’idea di teatro di  Giulio Camillo Delfino ( 1480-1544).