martedì 10 febbraio 2015

Bertolt Brecht






Il principale drammaturgo tedesco del Novecento che ancora oggi è presente in tutti i teatri della Germania e dell'Europa.




Una persona che, dopo tanto tempo, rivide il Signor K. lo salutò dicendo:
"Lei non è per niente cambiato!" - "Oh" rispose il Signor K. e impallidì.

"Storie del Signor K." di Bertolt Brecht

Bertolt Brecht nasce nel 1898 ad Augsburg (in Baviera) da famiglia benestante (è il figlio, infatti, dell'amministratore delegato di un'importante impresa industriale).
Compie a Monaco le prime esperienze teatrali, esibendosi come autore-attore: il suo esordio è fortemente influenzato dall'Espressionismo. Presto aderisce allo schieramento marxista e sviluppa la teoria del "teatro epico" secondo cui lo spettatore non deve immedesimarsi durante la rappresentazione, ma deve cercare di mantenere una distanza critica, allo scopo di riflettere su quello che vede in scena. Da parte dell'autore, invece, canzoni, elementi parodistici e una sceneggiatura molto ben studiata devono essere utilizzate per creare un effetto di straniamento, un distacco critico.
Negli anni 1937-40 studia l'opera di K. S. A. Stanislavskij, per cercare di capire il motivo per cui il cosiddetto "realismo socialista" apprezzi così tanto un autore che a lui invece pare superficiale, in quanto cerca in maniera sistematica l'immedesimazione del pubblico (psicotecnica), quando invece ad essa era da preferire la tecnica dello straniamento. Brecht anzi rifiutava tenacemente l'immedesimazione totale e diceva agli attori che il rapporto col pubblico dovevano costruirlo molto gradualmente. L'influenza di Stanislavskij nell'Urss staliniana ostacolò non poco l'assimilazione del teatro brechtiano, giudicato troppo intellettuale e formalista. D'altra parte i suoi drammi erano destinati a un pubblico tormentato, pieno di contraddizioni irrisolte, e non certamente a un pubblico che cercasse in scena delle conferme. 
Nella sua visione sociale del teatro gli piaceva mostrare la mutevolezza delle cose, privandole della loro aura mistica e oggettiva: diceva di voler rappresentare anzitutto le condizioni sociali. Secondo lui, il teatro non aveva più un vero contatto col pubblico, e comunque ne aveva molto meno di quello degli stadi sportivi. Infatti si chiedeva come trasferire questo tifo sul palcoscenico. Lui si riteneva un vero fan dello sport. Procedendo in direzione di un teatro sempre più "politicamente impegnato", Brecht arriverà negli anni cinquanta alla formulazione di "teatro dialettico". L'idea era quella di rappresentare soltanto gruppi di persone nei conflitti che esistevano in loro o tra di loro. Insomma Brecht voleva un rapporto diretto, assolutamente inedito, col pubblico, che superasse il vecchio e falso modo di fare drammaturgia; non gli interessava un artista strano, ispirato divinamente, anzi preferiva consultare storici, sociologi e persino scienziati per scrivere i suoi testi: lo si vede molto bene nella Vita di Galileo o ne Il volo di Lindberg.
Brecht è anche autore di numerose poesie che possono considerarsi tra le più toccanti della lirica tedesca del 1900. La sua scrittura poetica è diretta, vuole essere utile, non ci porta in nessun mondo fantastico o enigmatico. Eppure ha un fascino, una bellezza a cui è difficile sottrarsi.








Ecco gli elmi dei vinti


Ecco gli elmi dei vinti, abbandonati
in piedi, di traverso e capovolti.
E il giorno amaro in cui voi siete stati
vinti non è quando ve li hanno tolti,
ma fu quel primo giorno in cui ve li
siete infilati senza altri commenti,
quando vi siete messi sull'attenti
e avete cominciato a dire sì.




La guerra che verrà

Non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.


Breviario tedesco

Quando chi sta in alto parla di pace
La gente comune sa
Che ci sarà la guerra.
Quando chi sta in alto maledice la guerra
Le cartoline precetto sono già compilate.
Quelli che stanno in alto
Si sono riuniti in una stanza
Uomo che sei per la via
Lascia ogni speranza.
I governi
Firmano patti di non aggressione.
Piccolo uomo,
firma il tuo testamento.
Sul muro c’era scritto col gesso:
vogliono la guerra.
Chi l’ha scritto
è già caduto.



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