Scrittrice ucraina Dopo aver studiato a Mosca, tornò in Ucraina alla fine degli anni Cinquanta. Ha esordito con alcune raccolte di poesie nell'ambito della "generazione degli anni Sessanta" (šistdesjatnyky), un gruppo di giovani intellettuali ucraini che si opponevano al sistema totalitario. Messa al bando dalle autorità sovietiche, K. ha partecipato attivamente alle vicende culturali e politiche in Ucraina fino all'indipendenza (1991); poté ricominciare a pubblicare solo nel 1977, quando uscì "Sulle rive del fiume eterno”. Una struttura complessa presentano i poemi"Odissea scitica", 1989e "Neve a Firenze", 1989 ambientato nella Firenze rinascimentale. Tra le opere più recenti si ricordano il romanzo "Zona di estraniamento", 1999 in cui K. affronta il dramma dell'era postatomica, e il romanzo-saggio "L'incontro post mortem di Puškin", 1998. Dichiaratamente al di fuori di scuole, ha contribuito al rinnovamento radicale della letteratura ucraina sul piano concettuale e formale: la sua poesia varia da una strofa classica al verso libero, dal monumentalismo delle opere storiche al minimalismo delle strutture poetiche "dissolte", come in "Opere scelte", 1989; trad. it. Intarsi, 1994). Con i romanzi in versi Marusja Čuraj (1979)e Berestečko (1999), ambientati nel Seicento ucraino, la scrittrice ha modernizzato il genere storico, conferendogli attualità psicologica ed estetica.
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Una risata
In strada – lo sento attraverso la finestra –
una donna scoppia in una risata innaturale.
Forse è una donna triste, ma vuole
avere voglia di ridere.
E io guardo i fiumi delle vie buie,
le teste degli allegri lampioni,
vestiti con piccoli berretti di latta,
al mio alto davanzale
i castani porgono fiori bianchi…
Invece io guardo e penso ai versi.
Se sono tristi, si rattristino pure.
Ma non lancino una risata innaturale –
le persone schiette chiudono le finestre.
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"Forse l'umanità..."
Forse l’umanità è ancora molto giovane.
Infatti, per quanto puntiamo le dita-
il XX secolo!- qua e là capitano
ancora gli uomini di Neanderthal.
Guardi: che cosa sta accadendo?
Nemmeno la lente biconvessa aiuterà.
Sembrano persone, hanno tutto di umano,
ma l’anima non è ancora scesa dall’albero.
Non capisco il significato della poesia forse l'umanità...
RispondiEliminaHELP ME
Che l'uomo pur vantandosi di molti progressi e di una presunta "evoluzion3", compie (o commette) ancora atti degni di un essere involuto, istintivo, che segue la legge del più forte anziché la ragione e la nobiltà d'animo. L'anima, dice la poetessa, è ancora sull'albero...come una scimmia dispettosa...o come qualcosa rimasta lì perché il suo legittimo proprietario non vuol faticare e spendersi e sacrificarsi per recuperarla. Eppure ne varrebbe la pena.....
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