giovedì 5 dicembre 2013

Christina Georgina Rossetti



MEMENTO MORI

Che miseria il piacere: non egregio,
ma angusto privilegio,
per quanto dolce, breve
come la foglia che cadere deve.
E' gioia che non dura,
limitata misura.
Che delizia il dolore, quando sai
che domani te ne libererai.
Per quanto freddo e oscuro,
ti lascerà in futuro.
Che gusto quel dolore
che l'indomani muore.


MIRAGGIO

La speranza che ho sognato era un sogno,
soltanto un sogno, mi risveglio ora,
sconfortata, esausta e vecchia,
per un sogno.

Appendo la mia arpa a un albero,
un salice piangente in un lago:
lì appendo l’arpa ammutolita, logora e spaccata,
per un sogno.

Sta’ quieto, sta’ quieto, cuore infranto,
cuore silenzioso, stai quieto e spezzati:
la vita e il mondo sono cambiati, ed io stessa,
per un sogno.



UN' ALTRA PRIMAVERA

Se mai vedrò un'altra primavera
non aspetterò i fiori dell'estate:
avrò subito il croco,
il mezereo rosso senza foglie,
i bucaneve venati di gelo e, raffinatezza estrema,
le violette bianche o azzurre,
la primula annidata tra le foglie:
tutto quanto sboccia subito, non tardi.
Se mai vedrò un'altra primavera
ascolterò gli uccelli diurni
che fanno il nido, cantano e si accoppiano,
non aspetterò l'usignolo solitario.
Ascolterò le greggi feconde,
le pecore con i bianchi agnelli,
saprò riconoscere la musica nella grandine
e in ogni vento che soffia.


Se mai vedrò un'altra primavera
pungente commento al mio passato
tutto ridotto a un "se" -
se mai vedrò un'altra primavera
riderò oggi, l'oggi è così breve,
nulla aspetterò:
userò l'oggi che non può durare
sarò contenta oggi e canterò.


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