lunedì 1 aprile 2013

Andersen, Hans Christian

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 Scrittore danese (Odense 1805 - Copenaghen 1875). Uno dei grandi autori di fiabe dell'Ottocento, riutilizzò in modo originale il grande patrimonio delle fiabe nordiche, infondendo in esso un caratteristico spirito ottimista. Un profondo sentimento idillico-religioso e un'amara conoscenza della vita si fondono, nelle migliori fiabe, a creare quella duplicità e simultaneità di visione fantastico-realistica, che gli consente i più arditi cambiamenti di registro, i più audaci impasti di tinte.
Vita e opere - Figlio di un povero calzolaio, trascorse l'infanzia nel suo chiuso mondo di sensitivo e fantasioso perdigiorno. Nel 1819 andò, in cerca di fortuna, a Copenaghen e si cimentò nel canto, nella recitazione e nella danza, ma senza successo. I suoi primi tentativi letterarî nello stile romantico-ironico di Hoffmann, di Heine e di Waiblinger: "Viaggio a piedi dal canale di Holmen alla punta orientale di Amager", 1829, "Schizzi d'un viaggio nel Harz e nella Svizzera sassone", 1831, "Poesie", 1830, sono cose molto modeste; superficiali e sconnessi, ma non privi di colore, sono invece i romanzi "L'improvvisatore", 1834-35 e "Un semplice violinista", 1837.  Pur continuando a coltivare il romanzo, "Le due baronesse"; trad. inglese e ed. danese 1848 e la sua infelice passione per il teatro,"La nuova camera della puerpera", 1845, già nel 1835 . aveva cominciato a scrivere le prime ("Fiabe narrate ai bambini", cimentandosi in quel "genere minore" che, per semplicità di struttura e duttilità di materia, meglio s'adattava al suo estro fantastico. Tra il 1835 e il 1872 ne uscirono, in fascicoli quasi annuali, circa centocinquanta. La materia tradizionale tenue e umile, fiabesca, mitica, leggendaria, è qui sollevata a dignità d'arte da una lingua viva parlata antiletteraria, vibrante d'immediatezza e d'intimità. Intimamente legati al mondo delle fiabe, per tono e prospettiva, sono il Libro figurato senza figure", 1840  e singole parti dei molti libri di viaggio scritti tra il 1840 e 1857 in Italia e in Grecia, in Turchia, in Svezia e in Spagna. Importante per la ricostruzione biografica, ma di scarso valore artistico la prolissa autobiografia "Il libro della vita", scritto 1832-33: dall'infanzia alla prima affermazione letteraria intorno al 1830; trad. ted. Das Märchen meines Lebens premessa alla prima ed. dei suoi scritti completi, 1847, poi rielaborata e condotta fino al 1855 in "La fiaba della mia vita"; una continuazione che giunge fino agli ultimi anni è stata pubblicata nel 1877.

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