"Cos'è la poesia"
Poesia è
notizie dalla frontiera
della coscienza
Poesia è
il grido che grideremmo
al risveglio in una selva oscura
nel mezzo del cammin
di nostra vita
Una poesia è uno specchio
che percorre una via alta
colma di delizie visive
Poesia è lamina luccicante
dell'immaginazione
deve risplendere
e quasi accecarti
Il sole che irraggia
nelle reti del mattino
È notti bianche e
bocche di desiderio
È fatta
di aloni in dissolvenza
in oceani di suoni
È battute di strada
di angeli e diavoli
È un divano ricolmo di cantanti ciechi
dimentichi dei loro bastoni
Una poesia deve levarsi all'estasi
in qualche punto tra parola e canto
Che canti una poesia
ti voli via
o è anatra morta
dall'anima di prosa
Poesia è anarchia dei sensi
che si fa senso
Poesia è tutto
quanto nato alato canta
Come un vaso di rose una poesia
non la si deve
spiegare
Poesia è una voce di dissenso
contro lo spreco di parole
e la pletora folle della stampa
È ciò che sta
fra le righe
È fatta
da sillabe di sogni
È grida lontane lontano
su una spiaggia al calar della notte
È un faro
che muove il suo megafono
al di sopra del mare
È una foto di Ma'
in reggiseno Woolworth
che guarda dal vetro
un giardino segreto
È un Arabo che trasporta
tappeti variopinti ed uccelliere
per le strade
in una grande metropoli
Una poesia la si può fare in casa
con ingredienti di tutti i giorni
Sta in una pagina sola
ma può riempire un mondo e
sta bene nella tasca di un cuore
Il poeta è un cantante di strada
che salva strade-gatte d'amore
Poesia è pensiero-cuscino
dopo un rapporto
È distillato di animali articolati
che si chiamano l'un l'altro
traverso un golfo immenso
È frammento pulsante
di vita interiore
musica senza collare
È dialogo
di statue nude
È suono d'estate nella pioggia
e di gente che ride
dietro persiane chiuse
al fondo di un vicolo di notte
È lampadina spoglia
di un hotel di vagabondi
che illumina nudità
della mente e del cuore
Lasciate che il poeta sia animale da canto
fattosi lenone
per un re d'anarchia
Poesia è
lirica intelligenza incomparabile
volta a significare
varietà cinquantasette di esperienza
Poesia è una casa alta di echi
di ogni voce che abbia detto mai
qualcosa di folle
o meraviglia
Poesia è un'incursione sovversiva
sull'obliata lingua
dell'inconscio collettivo
Poesia è vero canarino in una miniera di carbone
e noi sappiamo perchè l'uccello in gabbia canti
Poesia è l'ombra gettata dalle nostre
immaginazioni-lampione
È voce
della Quarta Persona Singolare
È voce
entro la voce della tartaruga
È faccia
dietro la la faccia della razza
Poesia è fatta di pensieri-notte
Se può strapparsi via dall'illusione
non sarà rinnegata
prima d'alba
Poesia si fa evaporando
la risata liquida della gioventù
Poesia è libro di luce nella notte
che disperde nuvole di inconsapevolezza
Ode il bisbiglio
di elefanti e vede
quanti angeli danzano
su una punta di spillo
È un ronzare un lamentarsi estatico
ridendo un sospirare all'alba
una risata soffice selvaggia
È Gestalt finale
dell'immaginazione
Sia poesia emozione
ritrovata in emozione
Le parole sono fossili viventi
Ricomponga il poeta la
fera feroce
e la faccia cantare
Grande è un poeta solo quanto il suo orecchio
peccato se di latta
Poesia è lotta continua
contro silenzio, esilio inganno
Il poeta è un baluardo sovversivo
alle soglie della città
che sfida costantemente
il nostro status quo
È maestro d'ontologia
che interroga costantemente la realtà
e la reinventa
Prepara drink
dai liquori insani
dell'immaginazione
e perpetuamente si stupisce
che nessuno barcolli
Dovrebbe essere oscuro imbonitore
alle tende dell'esistenza
Poesia è quanto si ode dai tombini
echi di fuga del fuoco di Dante
Poesia è religione
religione poesia
È il ronzio di falene
cerchio intorno alla fiamma
È una barca di legno ormeggiata nell'ombra
sotto un salice in lacrime
entro l'ansa di un fiume
Il poeta deve avere un grandangolo
sguarda un mondo ogni sguardo
e il concreto è più poetico
Poesia
non è tutta eroina cavalli e Rimbaud
È anche preghiere impotenti
di passeggeri d'aereo
cinture allacciate
per la discesa finale
Poesia è vero oggetto
di grande prosa
Dice l'indicibile
Pronuncia l'impronunciabile
sospiro del cuore
Ogni poesia una temporanea follia
e l'irreale è il più realistico
Sia poesia ancora
tocco ribelle
alle porte dell'ignoto
Una poesia è sua stessa Coney Island
della mente
proprio circo dell'anima
Far Rockaway del cuore
Lasciate che un nuovo lirismo
salvi il mondo da sé!
Manifesto populista
Poesia è
notizie dalla frontiera
della coscienza
Poesia è
il grido che grideremmo
al risveglio in una selva oscura
nel mezzo del cammin
di nostra vita
Una poesia è uno specchio
che percorre una via alta
colma di delizie visive
Poesia è lamina luccicante
dell'immaginazione
deve risplendere
e quasi accecarti
Il sole che irraggia
nelle reti del mattino
È notti bianche e
bocche di desiderio
È fatta
di aloni in dissolvenza
in oceani di suoni
È battute di strada
di angeli e diavoli
È un divano ricolmo di cantanti ciechi
dimentichi dei loro bastoni
Una poesia deve levarsi all'estasi
in qualche punto tra parola e canto
Che canti una poesia
ti voli via
o è anatra morta
dall'anima di prosa
Poesia è anarchia dei sensi
che si fa senso
Poesia è tutto
quanto nato alato canta
Come un vaso di rose una poesia
non la si deve
spiegare
Poesia è una voce di dissenso
contro lo spreco di parole
e la pletora folle della stampa
È ciò che sta
fra le righe
È fatta
da sillabe di sogni
È grida lontane lontano
su una spiaggia al calar della notte
È un faro
che muove il suo megafono
al di sopra del mare
È una foto di Ma'
in reggiseno Woolworth
che guarda dal vetro
un giardino segreto
È un Arabo che trasporta
tappeti variopinti ed uccelliere
per le strade
in una grande metropoli
Una poesia la si può fare in casa
con ingredienti di tutti i giorni
Sta in una pagina sola
ma può riempire un mondo e
sta bene nella tasca di un cuore
Il poeta è un cantante di strada
che salva strade-gatte d'amore
Poesia è pensiero-cuscino
dopo un rapporto
È distillato di animali articolati
che si chiamano l'un l'altro
traverso un golfo immenso
È frammento pulsante
di vita interiore
musica senza collare
È dialogo
di statue nude
È suono d'estate nella pioggia
e di gente che ride
dietro persiane chiuse
al fondo di un vicolo di notte
È lampadina spoglia
di un hotel di vagabondi
che illumina nudità
della mente e del cuore
Lasciate che il poeta sia animale da canto
fattosi lenone
per un re d'anarchia
Poesia è
lirica intelligenza incomparabile
volta a significare
varietà cinquantasette di esperienza
Poesia è una casa alta di echi
di ogni voce che abbia detto mai
qualcosa di folle
o meraviglia
Poesia è un'incursione sovversiva
sull'obliata lingua
dell'inconscio collettivo
Poesia è vero canarino in una miniera di carbone
e noi sappiamo perchè l'uccello in gabbia canti
Poesia è l'ombra gettata dalle nostre
immaginazioni-lampione
È voce
della Quarta Persona Singolare
È voce
entro la voce della tartaruga
È faccia
dietro la la faccia della razza
Poesia è fatta di pensieri-notte
Se può strapparsi via dall'illusione
non sarà rinnegata
prima d'alba
Poesia si fa evaporando
la risata liquida della gioventù
Poesia è libro di luce nella notte
che disperde nuvole di inconsapevolezza
Ode il bisbiglio
di elefanti e vede
quanti angeli danzano
su una punta di spillo
È un ronzare un lamentarsi estatico
ridendo un sospirare all'alba
una risata soffice selvaggia
È Gestalt finale
dell'immaginazione
Sia poesia emozione
ritrovata in emozione
Le parole sono fossili viventi
Ricomponga il poeta la
fera feroce
e la faccia cantare
Grande è un poeta solo quanto il suo orecchio
peccato se di latta
Poesia è lotta continua
contro silenzio, esilio inganno
Il poeta è un baluardo sovversivo
alle soglie della città
che sfida costantemente
il nostro status quo
È maestro d'ontologia
che interroga costantemente la realtà
e la reinventa
Prepara drink
dai liquori insani
dell'immaginazione
e perpetuamente si stupisce
che nessuno barcolli
Dovrebbe essere oscuro imbonitore
alle tende dell'esistenza
Poesia è quanto si ode dai tombini
echi di fuga del fuoco di Dante
Poesia è religione
religione poesia
È il ronzio di falene
cerchio intorno alla fiamma
È una barca di legno ormeggiata nell'ombra
sotto un salice in lacrime
entro l'ansa di un fiume
Il poeta deve avere un grandangolo
sguarda un mondo ogni sguardo
e il concreto è più poetico
Poesia
non è tutta eroina cavalli e Rimbaud
È anche preghiere impotenti
di passeggeri d'aereo
cinture allacciate
per la discesa finale
Poesia è vero oggetto
di grande prosa
Dice l'indicibile
Pronuncia l'impronunciabile
sospiro del cuore
Ogni poesia una temporanea follia
e l'irreale è il più realistico
Sia poesia ancora
tocco ribelle
alle porte dell'ignoto
Una poesia è sua stessa Coney Island
della mente
proprio circo dell'anima
Far Rockaway del cuore
Lasciate che un nuovo lirismo
salvi il mondo da sé!
Manifesto populista
Per i poeti, con amore
Poeti, uscite dai vostri studi,
aprite le vostre finestre, aprite le vostre porte
siete stati ritirati troppo a lungo
nei vostri mondi chiusi.
Scendete, scendete
dalle vostre Russian Hills e dalle vostre Telegraph Hills
dalle vostre Beacon Hills e dalle vostre Chapel Hills
dalle vostre Brooklyn Heights e dai Montparnasse,
giù dalle vostre basse colline e dalle montagne,
fuori dai vostri tepees e dalle domes.
Gli alberi stanno cadendo ancora
e non andremo più nei boschi.
Non è il momento ora di sedersi tra loro
quando l’uomo incendia la propria casa
per arrostire il maiale.
Non si canta più Hare Krishna
mentre Roma brucia.
San Francisco sta bruciando
la Mosca di Mayakovsky sta bruciando
i combustibili fossili della vita.
La Notte e il Cavallo si avvicinano
mangiando luce, calore e potere
e le nuvole hanno i calzoni.
Non è il momento ora di nascondersi per l’artista
sopra, oltre, dietro le scene,
indifferente, tagliandosi le unghie,
purificandosi fuori dall’esistenza.
Non è il momento ora per i nostri piccoli giochi letterari,
non è il momento ora per le nostre paranoie & ipocondrie,
non è il momento ora per la paura e il disgusto,
è il momento solo per la luce e l’amore.
Abbiamo visto le migliori menti della nostra generazione
distrutte dalla noia ai readings di poesia.
La poesia non è una società segreta,
né un tempio.
Le parole & i canti segreti non servono più.
L’ora di emettere l’OM è passata,
viene il momento di cantare un lamento funebre,
un momento per cantare un lamento funebre e per gioire
sulla fine in arrivo
della civiltà industriale
che è nociva per la terra e per l’Uomo.
Il momento ora di esporsi
nella completa posizione del loto
con gli occhi completamente aperti,
il momento ora di,aprire le vostre bocche
con un nuovo discorso aperto,
il momento ora di comunicare con tutti gli esseri coscienti,
tutti voi « Poeti delle Città »
appesi nei musei, includendo me stesso,
tutti voi poeti del poeta che scrive la poesia
sulla poesia
tutti voi poeti di poesia da workshop
nel cuore–giungla d’America,
tutti voi addomesticati Ezra Pound,
tutti voi poeti pazzi, sballati, da collage,
tutti voi poeti di Poesia Concrete pre–compressa,
tutti voi poeti da cunniligio,
tutti voi poeti da gabinetto a pagamento che vi lamentate con graffiti,
tutti voi ritmatori da metropolitana che non ritmate mai sulle betulle,
tutti voi padroni della segheria haiku
nella Siberia d’America,
tutti voi non realisti senza occhi,
tutti voi supersurrealisti autonascosti,
tutti voi visionari da camera da letto,
ed agitprop da gabinetto,
tutti voi poeti alla Groucho Marxista
e Compagni di ozio di classe
che restano inattivi tutto il giorno
e che parlano del lavoro di classe del proletariato,
tutti voi anarchici Cattolici della poesia,
tutti voi Neri Montanari della poesia,
tutti voi Brahamini di Boston e bucolici di Bolinas,
tutte voi baby–sitters della poesia,
tutti voi fratelli zen della poesia,
tutti voi amanti suicidi della poesia,
tutti voi grassi professori della poesia,
tutti voi critici di poesia
che bevete il sangue dei poeti,
tutti voi Poliziotti della Poesia –
Dove sono i figli selvaggi di Whitman,
dov’è la grande voce che parla ad alta voce
con un senso di dolcezza e di sublimità,
dov’è la nuova grande visione,
la grande visione del mondo,
l’elevata canzone profetica
dell’immensa terra
e tutto ciò che canta in essa
e il nostro rapporto con essa –
Poeti, scendete
nelle strade del mondo ancora una volta
e aprite le menti e gli occhi
con la vecchia delizia visuale,
schiarite la gola e parlate più forte,
la poesia è ,morta, lunga vita alla poesia
con occhi terribili e forza di bufalo.
Non aspettate la rivoluzione
o succederà senza di voi.
Smettete di mormorare e parlate ad alta voce
con una nuova poesia completamente aperta
con una nuova comune-sensuale « comprensione–pubblica »
con altri livelli soggettivi
od altri livelli sovversivi,
un diapason nell’orecchio interno
per colpire sotto la superfice.
Del vostro dolce lo che ancora cantate
ancora esprimete « la parola en-masse » –
Poesia il veicolo comune
per il trasporto del pubblico
verso luoghi più alti
di altre ruote che possano portarla.
Poesia che ancora cade dai cieli
dentro le nostre strade ancora aperte.
Loro non hanno ancora innalzato barricate,
le strade animate ancora con visi,
uomini & donne attraenti camminano ancora qui,
dovunque ancora attraenti creature,
negli occhi di tutti il segreto di tutti
qui ancora sepolto,
i selvaggi figli di Whitman qui ancora dormono,
si svegliano e camminano nell’aria aperta.
Canto di vagabondo
Andiamo
Venite
Andiamo
Vuotiamo le tasche
e scompariamo.
Mancheremo a tutti gli appuntamenti
ci rifaremo vivi tra anni
con la barba lunga
vecchie cartine da sigarette
attaccate ai pantaloni
foglie nei capelli
Non ci preoccupiamo
più
dei pagamenti.
Che vengano pure
a prendersi
tutto ciò
per cui stavamo pagando.
E si prendano anche noi.
Alziamoci e andiamo
dove i cani la fanno
Sulla Collina
dove conservano i terremoti
dietro l’immondezzaio della città
perduti tra tubature del gas e spazzatura
Andiamo a vedere cos’è
l’Immondezzaio Cittadino.
Paese mio è per te che piango.
Leviamoci di mezzo
in cimiteri d’automobili
riappariremo tra qualche anno
a raccogliere stracci e giornali
asciugarci mutande
rattoppate al sedere
ai fuochi di spazzatura.
Non prendiamoci la briga
di dire addio
a nessuno.
Non mancheremo alle mogli.
Andiamo
puzzando di carbone
dove sulle panchine siedono
vecchie statue dei giardini
nella fonda notte interiore
della fiorita bowery
i nostri occhi acquosi
nella contemplazione
di bottiglie vuote dì moscato.
Declamiamo versetti dì bibbie trovate
agli angoli delle strade
Seguiamo i cani fino ai moli
Cantiamo laide canzoni
Tiriamo sassi
Diciamo qualunque cosa
Sbattiamo gli occhi al sole e grattiamoci
e scontriamoci col silenzio
Imbrogliamo nei portoni
Avviciniamo puttane di terza mano
dopo che chiunque altro se l’è lavorate
Vagabondiamo a caso nei tramonti sull’East Ríver
Dormiamo in cabine telefoniche
Vomitiamo in monti di pietà
struggendoci per un cappotto da inverno.
Alziamoci e andiamo
nelle fogne della città
dove i bidoni rotolano
e riappaiono in putride vesti
come i re senza corona degli infernali
gabinetti per uomini della metropolitana.
Diamo da mangiare ai piccioni
al Municipio
raccomandandogli di fare i loro bisogni
nell’ufficio del Sindaco.
Sbrighiamoci vi dico è l’ora.
La fine si avvicina.
Improvvisi diluvi
Disastri nel sole
Cani senza guinzaglio
Una sorella del marciapiede
ha il reggiseno alla rovescia
Alziamoci e andiamo
verso la fonda notte interiore
della tranquilla bowery dell’anima
a ritrovarci
dove i treni s’arrestano in attesa
sotto il Fiume.
Raggiungiamo
la confusione totale.
Il Ferry del Sud non correrà per sempre.
Stanno diminuendo i ferry della Baia
ma non è ancora troppo tardi
per perderci a Oakland.
Washington deve ancora cadere
da cavallo.
C’è ancora tempo per sfotterlo
e proseguire
abbandonando il modulo delle tasse
e i nostri orologi a prova d’acqua
barcollando ciecamente dietro gatti randagi
sotto il ponte di Brooklyn
statue fiorite in pantaloni rigonfi
i nostri pianti di latta e le voci immonde
che si trascinano.
Roba vecchia da vendere!
Andiamocene da qui
nell’interno vero del paese
dove regnano i monti di pietà
mera cosciente anarchia su noi.
Laggiù è la fine
ma il golf continua sugli erbosi campi.
Piove a dirotto
Il Vecchio fa fagotto.
Il tempo s’è rotto
ma non come si crede.
C’è ancora tempo per affondare
e pensare.
Vorrei scendere in società.
Vorrei essere libero.
Vieni lentamente dolce carro.
Non aspettiamo cadillac
per raggiungere in trionfo
l’interno
salutando i nativi
come senatori romani nelle province
recinte le fronti illuminate
dell’alloro del poeta.
Non aspettiamo l’articolo
sulla prima pagina
della rivista letteraria del Times
con l’immagine di un successo balordo
nel sorriso della fotografia.
Quando la rivista Life
ti pubblica la foto
sei già diventato negativo
una stampa di lusso su carta lucida.
Verranno a prenderti
per renderti famoso
ma non sarai ancora libero.
Ora vi saluto e me ne vado.
Svendo tutto
e regalo il resto
alle Industrie di Buona Volontà.
Tra poco qui sarà buio
con la banda dell’Esercito della Salvezza.
E la mente avrà la sua propria luce.
Vi saluto ed esco dalla comune.
Chiudete la baracca.
Il sistema è decaduto.
Roma non fu mai così.
Sono stufo di aspettare Godot.
Me ne vado dove le tartarughe vincono
Me ne vado
dove i trafficanti muoiono vomitando
Giù nelle luride pianure
del mondo ufficiale.
Roba vecchia da vendere!
Paese mio è per te che piango.
Dunque andiamocene da qui
dimenticando le farfalle sui lampioni
Lasciamoci crescere la barba
dell’anarchia vagabonda
tutti somiglianti a Walt Whitman
una bomba ballerina in saccoccia.
Vorrei scendere la scala sociale.
L’alta società è la bassa società.
Io sono un arrampicatore sociale
che si arrampica verso il basso
E la discesa è difficile.
L’Ideale della Grossa Borghesia
è da dare agli uccelli
ma gli uccelli non sanno che farsene
una loro regola per beccare ce l’hanno
ed è basata sulla loro canzone.
Ahimè quanti piccioni sull’erba.
Alziamoci e andiamo
all’Isola dell’Uomo-libero.
Liberiamo i porci della pace.
Sbrighiamoci vi dico è l’ora.
Alziamoci e andiamo
nell’interno
della tavola calda Foster.
Salve Emily Post.
Salve
Lowell Thomas.
Addio Broadway.
Addio Herald Square.
Mandiamo all’aria il sistema.
Spengiamolo.
Strappiamo i contratti d’affitto.
Perdiamo la Guerra
senza uccidere nessuno.
Lasciamo i cavalli urlare
e le signore correre
in toelette senza catena.
La fine è appena cominciata.
Voglio annunciarlo.
Correte non camminate
all’uscita più vicina.
Il vero terremoto è in arrivo.
Sento gli edifici scuotersi.
Sono un tipo raffinato.
Non lo sopporto.
Me ne vado
dove scaldano le sedie
i collezionisti di mode che si autodefiniscono
critici letterari.
Il mio arnese è polveroso.
Il mio corpo è stato appeso troppo a lungo
a strane bretelle.
Datemi per sospensorio
una sciarpa vivace.
Scateniamoci e andiamo
dove le macchine sport crollano
e il mondo ricomincia.
Sbrighiamoci vi dico è l’ora.
È un’ora di straordinario
e qui sta l’inganno.
Il pensatoio c’impoltrisce.
Andiamocene
verso la perduta eternità.
Da qualche parte i campi sono pieni di allodole.
Da qualche parte la terra danza.
Paese mio è per te
che canto.
Alziamoci e andiamo
all’Isola dell’Uomo-libero
a vivere la semplice e piena vera vita
della saggezza e dello stupore
dove tutte le cose crescono
diritte
oblique e cantanti
nel sole giallo
papaveri nati nell’orma d’una vacca
angeli pensanti dallo sterco.
Ora devo alzarmi e andare
all’Isola dell’Uomo-libero
molto in alto oltre la voce rotta
e i boschi dell’Arcadia.
Questa poesia mi ha letteralmente rovinato la vita. Adesso pulisco i cessi ai turisti. Ferlinghetti, non avrei mai dovuto leggerti.
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