giovedì 26 marzo 2015

Erika Jong



“La schiava migliore”

La schiava migliore
non ha bisogno d’esser picchiata.
Si picchia da sè.
Non con una frusta di cuoio,
o con bastoni e verghe,
non con un randello
o con un manganello,
ma con la frusta fine
della sua stessa lingua
e il battere sottile
della sua mente
contro la sua mente.
Chi può infatti nutrire per lei metà
dell’odio che nutre essa stessa?
e chi può eguagliare la finezza
degli insulti che si rivolge?
Anni di allenamento
occorrono per questo.
Venti anni
di auto-indulgenza
e negazione di sé;
finché il soggetto si ritiene una regina
e pure una mendicante-
le due cose allo stesso tempo.
Deve dubitare di sè
in tutto fuorché l’amore.
Deve scegliere appassionatamente
e malamente.
Deve sentirsi perduta come un cane
senza il padrone.
Deve riferire tutte le questioni morali
al proprio specchio.
Deve innamorarsi di un cosacco
o di un poeta.
Non deve mai uscire di casa
se non celata sotto il trucco.
Deve portare scarpe strette
perché sempre ricordi di essere schiava.
Non deve dimenticare
che è radicata nel terreno.
Benché sia svelta nell’apprendere
e riconosciuta intelligente
il dubbio che istintivamente ha di sé
la deve rendere così debole
che si applica brillantemente
a mezza dozzina di opere d’ingegno
e così abbellisce
ma non cambia
la nostra vita.
Se è un’artista
e quasi quasi è un genio,
il fatto stesso d’avere questo dono
deve riuscirle così penoso
che si toglie la vita
piuttosto che vincerci.
E dopo la sua morte, piangeremo
e ne faremo una santa.


Io, Erika Jong, nel mezzo della mia vita
Alle spalle due genitori, due mariti
Vari uomini, due libri di poesia
E tre decadi di pena
Sparse lacrime per chi non mi ha amato
E per chi non ho amato io -
Mi dichiaro ora per la gioia.
C'è abbastanza pena, dappertutto, a nutrirci,
è la gioia che è scarsa. 
Io dico: all'inferno la tetraggine. 
All'inferno i cupi orgasmi,
la dedizione triste.
Nessun rinnegatore di gioia
Può rinnegarmi ora.
Io brucio! Io rido e offro pienezza
A chi disprezza se stesso.
Io dico: l'infelicità
È a buon mercato. All'inferno!
Le porte si aprono
E le metafore si spalancano!
Io affido al fuoco ogni parola. 




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