venerdì 16 ottobre 2015

Michail J. Lermontov




Sulla strada esco solo
Sulla strada esco solo.
Nella nebbia è chiaro il cammino sassoso.
Calma è la notte.
Il deserto volge l'orecchio a Dio
   e le stelle parlano tra loro.
Meraviglioso e solenne il cielo!
Dorme la terra in un azzurro nembo.
Cosa dunque mi turba e mi fa male?
Che cosa aspetto, che cosa rimpiango?
Nulla più aspetto dalla vita
  e nulla rimpiango del passato,
cerco solo libertà e pace!
Vorrei abbandonarmi, addormentarmi!
Ma non nel freddo sonno della tomba.
Addormentarmi, con il cuore
placato e il respiro sollevato.
E poi notte sentire
la dolce voce dell'amore
cantare carezzevole al mio orecchio
  e sopra di me vedere sempre verde
una bruna quercia piegarsi e stormire.



 Le nuvole
Nuvole celesti eternamente erranti!
Sulla steppa azzurra come perle infilate,
dal caro nord verso il meridione
scorrete, come me, esiliate.
Cosa vi spinge: il volere del destino?
Una segreta invidia? Un’ira manifesta?
O vi opprime il peso di un delitto?
O degli amici la venefica maldicenza?
No, vi hanno annoiato gli aridi campi…
A voi sono estranee passioni e pene;
in eterno fredde e in eterno libere,
voi una patria e un esilio non avete.



Io son colui che tu 
Io son colui che tu nella silente
notte hai sentito accanto a te presente,
il cui pensiero al cuor t'ha bisbigliato,
la cui tristezza tu confusamente hai inteso,
la cui immagine hai sognato;
...colui che ogni speranza che riviva
fa cenere, colui che ognuno schiva
ed a cui impreca ogni essere vivente.
Per me lo spazio e il tempo sono niente:
sono il flagel d'ogni mio schiavo umano,
di conoscenza e libertà sovrano,
colui che il male impone alla natura,
il nemico del cielo, eppur se vuoi,
il mio poter depongo ai piedi tuoi.
A te ho portato in umiltà
la pura preghiera dell'amore, a te il tormento
ch'io provo in terra, per la prima volta
e le mie prime lacrime terrene...




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