domenica 30 luglio 2017

Emily Bronte





Un tempo ardeva in me la passione
di svelare le menzogne di quei demoni
la mia natura ribelle sdegnava
la legge che proibiva la sfida
oh nei giorni dell'ardente giovinezza
per la verità avrei dato la vita
Per la verità, la libertà, il diritto
avrei offerto liberamente la vita
ora ascolto e vedo in silenzio
l'uomo vano sorridere lo sciocco irridere
non perché il mio cuore sia domato
non per timore non per vergogna
Smania ancora il mio spirito ribelle
al suono dell'errore cieco e egoista
ancora il mio cuore sfida il mondo
corazzato come un tempo contro ogni terrore
ma ora so che è vano il mio sdegno
il mondo segue e seguirà il corso.

***

L'amore è come una rosa selvatica
amicizia è un agrifoglio.
L'agrifoglio è cupo quando la rosa è in fiore
ma quale fiorirà più a lungo?
A primavera è dolce la rosa selvatica
l'estate profuma dei suoi petali in fiore
ma attendi il ritorno dell'inverno
e chi lallora la chiamerà bella
Disdegna sin da ora la ghirlanda di rose
e ornati del lucente agrifoglio,
quando a dicembre appassirà il tuo viso
forse la tua ghirlanda serberà splendore.

***
Sogno, dove sei ora?
Tanto tempo è trascorso
da quando la luce svanì
dalla tua fronte d'angelo

Ohimè, ohimè
eri così lucente e bello!
Non avrei mai creduto che
il ricordo tuo portasse solo dolore!

La tempesta e i raggi del sole
il divino crepuscolo estivo
la notte, immobile in un silenzio solenne,
la luna, piena e scintillante e senza nubi,

una volta tutto si legava a te,
e ora solo una pena indicibile.
Visione perduta! Basta ...
Non puoi più splendere ormai.


***

Quando, stanca degli affanni del giorno,
del terreno trascorrere di pena in pena,
perduta, prossima a disperare,
torna dolce a chiamarmi la tua voce;
non sono più sola, fedele amica,
se tu ancora puoi parlarmi così!
Non ho speranze nel mondo di fuori,
due volte mi è caro il mondo che è in me
dove astuzia, odio e dubbio,

e freddi sospetti non hanno dimora,
il tuo mondo in cui tu e io e la libertà,
godiamo di sovranità indiscussa.

Che importa se mi circondano
tenebre, pericolo e colpa
nel rifugio del nostro cuore
serbiamo limpido un cielo di luce,
caldo dei mille e mille raggi
di soli che non conoscono l’inverno.

La ragione, è vero, spesso lamenta
la triste realtà della natura,
e al cuore dolente ripete che vani
saranno sempre i suoi sogni più cari
e la verità può calpestare rudemente
i fiori nuvi della fantasia;

Ma tu, sempre presente accanto a me,
mi riconduci l’errabonda visione,
e alla spenta stagione infondi nuova gloria,
e dalla morte trai vita più dolce,
e sussurri con voce divina,
di mondi reali, splendenti come il tuo.

Non do fede alla tua gioia fantasma,
pure, nella quiete dell’ora notturna,
il cuore colmo di gratitudine nuova,
accolgo te, forza benigna,
conforto certo delle umane cure,
più dolce speranza, se la speranza dispera!

***


 



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