giovedì 24 settembre 2015

Luis Cernuda Bidón



Non diceva parole
Non diceva parole
ascoltava soltanto un corpo interrogante
ignorando che il desiderio è una domanda
per cui non c’è risposta
una foglia il cui ramo non esiste
un mondo di cui il cielo non esiste

L’angoscia si fa strada tra le ossa
risale per le vene
erompe nella pelle
in zampilli di sogno
fatti carne che interroga le nubi

Qualcuno che ci sfiori
uno sguardo fugace tra le ombre
bastano perché il corpo s’apra in due
avido di ricevere in se stesso
altro corpo che sogni
metà e metà
sogno e sogno
carne e carne
uguali in figura
in amore
in desiderio.

E sia pure soltanto una speranza
ché il desiderio è una domanda
la cui risposta nessuno conosce.

 
                                                        

Il vento e l'Anima
Con tale veemenza il vento
arriva dal mare, che i suoi suoni
elementari contagiano
il silenzio della notte.

Solo nel tuo letto lo ascolti
battere insistente sui vetri,
piangendo e chiamando
come perduto senza nessuno.

Non è più lui a tenerti insonne,
ma un'altra forza
di cui il tuo corpo oggi è prigione,
fu vento libero, e ricorda.
   
***


Luis Cernuda nasce a Siviglia, città natale della madre. A nove anni comincia a leggere Gustavo Adolfo Béquer; a 14 anni, scrive i primi versi; a 16, i poemi di Perfil del aire. Studente universitario in Legge, frequenta i corsi di letteratura di Pedro Salinas che lo stimolerà a seguire la sua vocazione letteraria e lo inizierà alla lettura di Baudelaire, Mallarmé, Rimbaud, Lautréamont, Reverdy. E di Gide, che gli farà scoprire la propria omosessualità latente («Immagino che Salinas non poteva supporre che Gide mi avrebbe aperto la strada per risolvere, o per conciliarmi, con un mio problema vitale», annoterà il poeta spagnolo). Dopo la laurea (ma non farà mai l' avvocato), Cernuda viene presentato da Salinas a Juan Ramón Jiménez. Pubblicazione dei primi lavori sulla Revista de Occidente. Nel ' 27 esce Perfil del aire, che, a parte una recensione di José Bergamín (tipo: non c' è malaccio, ma vediamo che cosa farà da grande), viene stroncato. Abbandonata, l' anno dopo, Siviglia, Cernuda va a Malaga dove entra a far parte del gruppo della rivista Litoral di Emilio Prados e Manuel Altolaguirre. Quindi va a vivere a Madrid, dove frequenta García Lorca e Vicente Aleixandre. Lavora come commesso in una libreria. Vita da dandy, relazioni omosessuali. In soli tre mesi (aprile-giugno ' 31), scrive Los placeres prohibidos. Cernuda è sempre insoddisfatto. Carattere ribelle, antiborghese, nel ' 33 aderisce al comunismo, collabora a Octubre, la rivista diretta da Rafael Alberti. Quindi traduce Hölderlin: il grande romantico tedesco funziona come un antidoto contro ogni compiacenza surrealista. Cernuda, ormai, è alla ricerca di una voce più personale, più intima, affidata all' espressione diretta delle esperienze di vita (un tratto caratteristico che non lo abbandonerà mai) e, anche, a una certa riscoperta della mitologia classica. Questa, con le sue antiche storie di amori omosessuali, non solo gli offre uno schermo nostalgico, ma gli si presenta come una vera occasione di rinnovamento. Sarà infatti proprio la lettura di Eliot (che, nel ' 900, introduce, a suo modo, la mitologia), a suggerirgli un nuovo sviluppo poetico, rafforzato anche dai viaggi in Inghilterra e in Francia, dove «emigra» dopo esser stato volontario, per alcuni mesi a Valencia, nelle milizie popolari. E dove sosterà a lungo, grazie soprattutto a Salinas che lo aveva aiutato ad entrare nel giro dei lettori di spagnolo all' estero. In Scozia, all' inizio; a Glasgow, Cambridge, Londra dopo, sino al ' 47. Intanto escono altri libri di poesia (Desolazione della Chimera), prosa (Ocnos, Ficción, Tres narraciones, Variaciones sobre tema mexicano), saggistica. Storia del poeta; non solo, ma anche del critico, del drammaturgo; delle sue relazioni con i letterati e i pittori dell' epoca. E, anche, dei suoi ozi, della sua passione per il mare e delle sue relazioni amorose. Infine, lasciata l' Inghilterra per l' America, nel ' 52 Cernuda si trasferisce definitivamente in Messico, presso l' amico Manuel Altolaguirre e la moglie Concha Méndez, nella cui casa finirà i suoi giorni nel ' 63. Era il 5 di novembre. Secondo una testimonianza, il poeta si accasciò, mentre «in piedi, in pigiama, appena uscito dal bagno, si accendeva la pipa». Una vita piuttosto solitaria, la sua, strettamente connessa alla produzione poetica. Indissolubilmente legata alla condizione tragica dell' amore, come ha precisato l' amico Octavio Paz. Un amore che da una parte aspirava «a consumarsi mediante la distruzione dell' oggetto desiderato»; dall' altra, scopriva che l' oggetto era «indistruttibile e insostituibile».
                                                                                                                               Liberamente tratto dal Corriere.it




                                                        

 

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