giovedì 15 gennaio 2015

Al Teatro Secci, poi ... il 16 gennaio a Narni






Si ride e si riflette. Su quella vita che, a qualsiasi età e condizione, riserva sempre delle ‘sorprese’ che rendono necessario ripensare in una chiave diversa a ciò che è stato e a ciò che sarà. Nell’ottica di comprendere e accettare ciò che è nuovo, inaspettato e che solo apparentemente sembra nemico. Nel desiderio di ‘progettare’, per quanto limitati nell’entità o nel tempo possano essere gli obiettivi da prefiggersi e da coltivare con amore e passione. Questo il senso ultimo de ‘Lu Posticinu’, commedia di Giulio Biancifiori, dove i protagonisti effettuano un personalissimo percorso alla ricerca di se stessi e dei loro rapporti con gli altri, a partire dagli affetti più cari, famigliari e amici. Il dialetto, in questo contesto, viene utilizzato come strumento per condurre con maggiore immediatezza nei meandri di un’esistenza che è sempre generosa di speranze e di affetti. E quel ‘posticinu’, leit motiv dell’opera teatrale, è sì un luogo fisico, quello dell’eterno riposo, ma ha anche una pluralità di significati simbolici. Su tutti, quell’angolo dell’anima pronto ad accogliere e farsi accogliere, trovando proprio in questo motivo per rinascere e aprirsi a nuove emozioni.
 Anna Maria Rengo

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