domenica 18 gennaio 2015

Rubén Darío

A Domingo Bolívar

Fratello, tu che hai la luce, dimmi la mia.
Sono come un cieco. Vado senza rotta e cammino a tentoni.
Vado sotto tempeste e tormenti,
cieco di sogno e pazzo di armonia.
Questo è il mio male. Sognare. La poesia
è la camicia ferrea dalle mille punte cruente
che porto sopra l’anima. Le spine sanguinanti
lasciano cadere gocce della mia malinconia.
E così vado, cieco e folle, per questo mondo amaro;
a volte mi pare che il cammino sia molto lungo,
a volte che sia molto breve…
E in questa esitazione di respiro e agonia,
carico colmo di pene quel che appena sopporto.
Non odi cader le gocce della mia malinconia?


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