giovedì 5 dicembre 2013

Christina Georgina Rossetti


"Chi ha mai visto il vento?
Né io né te. Ma quando gli alberi chinano le loro teste, Il vento li ha attraversati.
"
 
Christina Georgina Rossetti nacque al numero 38 di Charlotte Street (adesso il 105 di Hallam Street) a Londra il 5 dicembre 1830, dopo Dante Gabriel, William Michael e Maria Francesca. I quattro fratelli Rossetti, di cui Christina era e rimase fino alla sua morte la "piccina di casa", erano figli di una coppia formidabile. Il padre, Gabriele Rossetti, era un rifugiato politico italiano (più precisamente era originario di Vasto, in Abruzzo) e la madre, Frances Polidori, era la sorella del leggendario medico ed intimo amico di Lord Byron, John William Polidori. I due coniugi formavano pur nella loro diversità una coppia solida, unita, come loro stessi affermavano, da un destino ostinato ed ineluttabile. La famiglia si sosteneva grazie allo stipendio da professore di Gabriele e dalle traduzioni e dai saggi che entrambi i coniugi riuscivano talvolta a pubblicare, ed affiancando a questa già febbrile attività anche qualche lezione privata.
La loro casa, sempre aperta agli studiosi, ai rivoluzionari, agli artisti, era un vero e proprio crogiolo di cultura, e Christina imparò a raccontare storie ancora prima di sapere parlare bene o scrivere. Come era in uso a quel tempo fu educata in casa dalla madre, ed i libri dai quali apprendere erano i classici, le tematiche religiose, fiabe, leggende e letteratura in generale. Christina amava in particolare Keats e Scott così come i maestri del gotico come la Radcliffe e Lewis. Il perfetto italiano, lingua che li legava al padre e che anche dopo la morte di questi rimase il  "lessico familiare" e l'influenza di personalità come Dante Alighieri, Francesco Petrarca, e la poesia italiana rinascimentale, influenzo fortemente quattro figli come testimonierà, in seguito, la nascita della Confraternita Preraffaellita. La piccola 'Stina (così veniva chiamata da chi le era vicino) crebbe felice in mezzo a tanta cultura, vezzeggiata e coccolata dal padre e dai fratelli, di cui era la prediletta. Intorno al 1840 la famiglia versava tuttavia in grosse difficoltà economiche dovute al peggioramento della salute fisica e mentale di Gabriele. Al resto della famiglia non rimase che di osservare attonita il declino di un padre ed uomo amatissimo e trovare un modo di sbarcare il lunario. La madre continuò, seppur solo privatamente a causa delle limitazioni dell'epoca, il lavoro del marito, continuando a tenere la casa sempre aperta ed offrendo lezioni private lottando strenuamente per tenere la sua famiglia al di fuori della povertà. La sorella maggiore, Maria, accettò di lavorare come governante, lasciando la casa, e il fratello William aveva un posto da impiegato presso il corrispondente ottocentesco dell'Ufficio delle Entrate. Riuscirono così a mantenere Gabriel presso una scuola d'arte. Christina cominciò ad andare a scuola ma i suoi giorni, senza i fratelli e con il padre malato, divennero sempre più solitari e tristi. A 14 anni Christina soffrì di una severa crisi nervosa che fu seguita dalla depressione. Dante Gabriel cercava di alleviare la sua solitudine marinando spesso la scuola e usando la sorella come prima musa ispiratrice del suo neonato movimento artistico. Nel 1848 nasce infatti la Confraternita dei Preraffaelliti, fondata da  William Holman HuntJohn Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti. Ai tre fondatori si aggiunsero presto William Michael RossettiJames CollinsonFrederic George Stephens and Thomas Woolner a formare i primi "sette fratelli". La confraternita aveva sia intenti artistici che esoterici e culturali portando all'attenzione il concetto di purezza, e vedrà anche la nascita di una "sorellanza" parallela, a cui aderiscono entrambe le sorelle Rossetti. Christina posa più volte a rappresentare la vergine Maria e due dei più famosi quadri che dettero inizio al movimento la rappresentano proprio in questo ruolo, che fu, nel cuore di Gabriel, soltanto suo. Proprio nel quadro "L'infanzia di Maria" in cui 'Stina posa, compare per la prima volta il marchio PRB che indica la confraternita. Nel 1849 Christina è di nuovo seriamente malata e per un lungo periodo rimane nell'ombra, ciò non le impedisce di pubblicare, a soli 18 anni, le sue prime due poesie sulla rivista Atheneaum ("Death's Chill Between" e "Heart's Chill Between") e scrive collabora in pianta stabile, sotto lo pseudonimo di Ellen Alleyne, alla rivista preraffaellita The Germ, pubblicata dal fratello William. 
Christina Rossetti iniziò a scrivere molto presto, ma solo all'età di 31 anni vide un pò di successo (e di guadagno) con la sua prima raccolta di poesie, Goblin Market and Other Poems (1862). L'opera ottenne una critica molto favorevole e Christina venne salutata come la naturale erede di Elizabeth Barrett Browning nel ruolo di female laureate. Il titolo che dà il nome alla raccolta è il lavoro più famoso di Christina Rossetti, e nonostante a prima vista sembri semplicemente una filastrocca sulle disavventure di due sorelle in mezzo agli gnomi (goblins), la poesia è complessa e ha diversi livelli di lettura. La critica l'ha interpretata in modi molto diversi: vi ha visto un'allegoria sulla tentazione e la redenzione, un commento sui ruoli sessuali nell'epoca vittoriana, e la tematizzazione del desiderio erotico e la redenzione sociale. Nel 1847 aveva già sperimentato diversi modi di scrivere, dal sonetto, all'inno, alle ballate, ma scrive anche fiabe e riscrive e narra la vita di alcuni santi. Le sue prime opere hanno una fortissima spinta romantica, con delicate trattazioni riguardanti la caducità della vita e la morte.
Christina Rossetti continuò a scrivere e pubblicare per il resto della sua vita e si concentrò soprattutto sulla poesia devozionale e per bambini. Tuttavia le cose più interessanti che ha scritto sono poesie d'amore. Non si tratta di fantasie o di petrarchismo cortese: nascono da storie d'amore dolorosamente vissute e da sprazzi di lucidità che trasformano il dolore in un sentimento leggero e giocoso. La famosa When I am dead, my dearest esprime tutta la sua insicurezza: Christina non è sicura del proprio amore quanto non è sicura dell'amore dell'amato, il quale dunque non viene caricato di doveri, che del resto neppure lei potrebbe sopportare.
I quattro fratelli Rossetti non si separarono mai, nonostante le turbolenze delle loro vite ed il fatto che sia William che Gabriel ebbero delle mogli ed amanti (di Gabriel conosciamo tutti la infelice Elizabeth Siddal) mentre Maria continuava a fare la governante. Christina mantenne sempre una grande cerchia di amici,studenti e corrispondenti e per dieci anni lavorò come volontaria in una casa di accoglienza per "donne perdute" (prostitute) la Santa Maria Maddalena di Highgate, insieme all'altra sorella zitella, Maria. Entrambe studiavano, scrivevano, insegnavano e mantenevano una mentalità indipendente ed aperta. In più rifiutavano la guerra, la schiavitù, la crudeltà contro gli animali, lo sfruttamento sessuale delle minorenni e ogni forma di aggressione militare. In età matura Christina soffrì di morbo di Graves, che la portò quasi alla morte nel 1872. Sopravvisse, ma nel 1893 cominciò la sua battaglia contro il cancro al seno che la sconfisse nonostante un intervento chirurgico. Christina Georgina Rossetti muore il 29 Dicembre 1894 e riposa al cimitero di Highgate, accanto ai genitori ed ai fratelli.


                                                                                                                         Liberamente  tratto da The Hungry wol

mercoledì 4 dicembre 2013

Morti per acqua: terra desolata (parafrasando T.S.Eliot) Le foto.

                                                        I  declamatori



     Il Maestro Emanuele Grigioni
     con la Corale Casventum


                                                 Durante alcune letture

Il nostro ringraziamento a tutti coloro che sono stati presenti e un grazie particolare al Maestro Grigioni e il suo coro, a Paola Barletta fine dicitrice e brava attrice, al tecnico Fabio Tomaselli ed al Dott. Emilio Coletti che ha reso possibile questo post, con le foto che ha scattato per noi.
Affinché  le parole germoglino.

Trilussa







 Er congresso de li cavalli

Un giorno li Cavalli,
stufi de fa' er Servizzio,
tennero un gran comizzio de protesta.
Prima parlò er Cavallo d'un caretto:
Compagni! Se vi séte messi in testa
de mijorà la classe,
bisogna arivortasse a li padroni.
Finora semo stati troppo boni
sotto le stanghe de la borghesia!
Famo un complotto! Questo qui è er momento
d'arubbaje la mano e fasse sotto!
Morte ar cocchiere! Evviva l'anarchia!
Colleghi, annate piano:
strillò un Polledro giovene
d'un principe romano
ché se scoppiasse la rivoluzione
io resterebbe in mezzo a un vicoletto
perché m'ammazzerebbero er padrone.
Io direbbe piuttosto,
de presentà un proggetto ne la quale...
Odia micchi, gras tibbi, è naturale!
disse un Morello che da ventun'anno
stracinava el landò d'un cardinale.
Ma se ce fusse un po' de religgione
e Sant'Antonio nostro c'esaudisse...
L'Omo, che intese, disse: Va benone!
Fintanto che 'sti poveri Cavalli
vanno così d'accordo
io faccio er sordo e seguito a frustalli!

martedì 26 novembre 2013

Invito

 

“… Una volta che si è stesa una coperta di sabbia e di cenere su migliaia di corpi anonimi, si coltiva l’oblio. E’ allora che la poesia si solleva. Per necessità. Diventa parola urgente nel disordine in cui la dignità dell’essere viene calpestata.”
Tahar Ben Jelloun
 
 
 
 
 
 
 


William Blake


Eternità
Chi lega a sé una Gioia
Distrugge la vita alata;
Ma chi bacia la Goia in volo
Vive nell'alba dell'Eternità.

  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Anna de Noailles


 
STAVO ZITTA


Stavo zitta, avevo fatto voto
di non rimproverarti mai
il tuo spirito squadrato, vuoto, negato
a ogni slancio, a ogni sfogo;
ma questa sera che il cielo d'autunno
sfoglia un sole struggente,
lascia che la mia voce si abbandoni
a tradire i segreti del sangue:
- Lo sai tu, caro cuore senza dolcezza,
cara anima insensibile e ostinata,
in questo giorno che io ti confesso
la mia nativa e fiera tristezza,
quante volte mi sono ammazzata?
 
                                                        Anna de Noailles

mercoledì 20 novembre 2013

Semi d'autunno



 
 
 
 
 
Ogni seme che l’autunno getta nelle profondità della terra
ha un modo suo proprio di separare nucleo e involucro
al fine di formare le foglie, i fiori e i frutti.
Ma quali che siano i modi,
lo scopo delle peregrinazioni di tutti i semi è identico:
arrivare a levarsi innanzi al volto del sole.
Kahlil Gibran



Fotogrammi da una passeggiata ai Prati di Stroncone

Chicchi di tepore




 L'autunno e le sensazioni
che ci trasmette la sua quiete. 
 
 I suoi caldi e morbidi colori
e la gioia delle bacche
 
 
 
 
  e delle perle allungate della rosa canina
che rimangono tutto l'inverno,
 
 
come piccole pennellate a colorare la vita.

                                                                                                           Fotogrammi da una passeggiata ai Prati di Stroncone

sabato 16 novembre 2013

José Saramago

 
 



Acqua che all’acqua torna…

 

Acqua che all’acqua torna, di luce sfrangiata,
si apre l’onda in spuma.
Movimento perpetuo, arco perfetto,
che si erge, ricade e rifluisce,
onda del mare che il mare stesso nutre,
amore che di se stesso si alimenta.

venerdì 15 novembre 2013

Anna de Noailles - poesie





L’AUTUNNO
Ecco venuto il radioso freddo di settembre:
il vento voleva entrare e giocare nelle stanze;
ma la casa ha l’aria severa, questa mattina,
e lo lascia fuori a singhiozzare in giardino.

Come tutte le voci dell’estate sono morte!
Perché non si mettono tabarri alle statue?
Tutto è intirizzito, tutto trema e tutto ha paura; credo
che la tramontana batta i denti e che l'acqua stessa abbia freddo.

Le foglie corrono nel vento come impazzite;
vorrebbero andare dove volano gli uccelli,
ma il vento le riprende e sbarra loro la strada:
domani andranno a morire sullo stagno.

Il silenzio è leggero e calmo; per un momento
il vento soffia di traverso come un suonatore di flauto,
e poi tutto ridiventa ancora silenzioso,
e l’Amore che giocava sotto la bontà dei cieli

ritorna per scaldare davanti al fuoco che arde
le sue mani piene di freddo e le gambe infreddolite,
e la vecchia casa che lui trasfigura
trasale e si intenerisce nel sentirlo entrare.


LA VITA PROFONDA

Essere nella natura come albero umano,
dispiegare i propri desideri come fitto fogliame,
e sentire, dalla pacifica notte e dalla burrasca,
la linfa universale affluire nelle mani.
 
Vivere, avere i raggi del sole in viso,
bere il sale ardente della salsedine e delle lacrime
e gustare intensamente la gioia e il dolore
che creano un vapore umano nello spazio.
 
Sentire nel proprio cuore l’aria, il fuoco e il sangue vivi
turbinare come fa il vento sulla terra;
- elevarsi al reale e chinarsi al mistero,
essere il giorno che sale e l’ombra che discende.
 
Come la sera imporpora il colore della ciliegia,
lasciar colare dal cuore vermiglio la fiamma e l’acqua,
e come l’alba luminosa appoggiata al colle
avere l’anima che sogna, seduta al confine del mondo…
 
 
 
 
 
                                                        
 
 

Anna de Noailles



La Contessa Anna de Noailles  di Philippe Alexis de Laszlo 1913
Incisione dal ritratto olio su tela che si trova a Parigi, Musée d'Orsay



in una scultura di Auguste Rodin
 
 
 
                                       Ritratta da Jacques Émile Blanche
 
 

Anna de Noailles in un disegno di  Jean Cocteau
 
 

 

 
 Alle corse, in un dipinto di Lapeyre 
 
 
 
 
Antonio de la Gandara 1909
Ritratto della Contessa Anna de Noailles
Olio su tela - Parigi collezione privata
 
*****  


La contessa Anna de Noailles (1876 – 1933) nata a parigi, discendente dalla famiglia di nobili rumeni Bibescu e Craioveşti è la figlia del principe Grégoire Bibesco-Bassaraba . Nel 1897, sposa Mathieu de Noailles (1873-1942), quarto figlio del settimo duca de Noailles. La coppia fece parte dell’alta società parigina dell’epoca, ebbero solo un figlio.
Anna de Noailles è stata una delle figure più importanti nel panorama letterario francese all’inizio del ventesimo secolo. Donna di mondo, essa brillava per la sua arte di ricevere gli ospiti nei suoi salotti, frequentati da personalità quali Colette, Jean Cocteau, Mauriac ed altri, inoltre coltivava amicizie illustri con Maurice Barrés, Marcel Proust e Paul Valéry. Molto ammirata dagli scrittori, dagli uomini politici e da persone del mondo della cultura per il suo genio poetico, la contessa de Noailles aveva il fascino di « una principessa greca, (…) che sembrava discendere direttamente dal Monte Parnaso col tripode della Pizia per pronunciare i suoi oracoli » . Il ritratto di Alexius de Laszlo ci rivela l’immagine di una donna affascinante, dal profilo persiano e marcatamente orientale.
Anna de Noailles si dedica fin da giovane allo scrivere versi; di volta in volta subisce l’influenza dei Parnassiani, di Musset, di Maurice Barrés, ma soprattutto di Victor Hugo il cui genio la ammalia. Le sue opere non contano meno di diciotto titoli, di cui otto opere sono in versi (le ultime due pubblicate postume), e tre romanzi a tendenza autobiografica. Nel 1901 pubblica la sua prima raccolta di poemi, « Le cœur innombrable » , che ricevette un’entusiastica accoglienza e conobbe un notevole successo. Ella si impose al pubblico come la « Musa dei giardini », successore al femminile di Victor Hugo. I versi contenuti in questa raccolta testimoniano già la sensibilità, la malinconia e il gusto per la voluttà che saranno ancor meglio evidenti con le opere seguenti.
Incoronata dall’Academie Française avrà una celebrità che non l’abbandonerà sino alla morte sopraggiunta il 30 aprile 1933. La contessa de Noailles fu la prima donna a ricevere la « Cravate de commandeur de la légion d’honneur » diventando così una sorta di personaggio ufficiale. Fu anche la prima donna ad essere ricevuta nell’Accademia Reale di Lingua e Letteratura del Belgio. Inoltre nel 1904, con altre due donne celebri, Mme Alphonse Daudet et Judith Gautier (la figlia di Théophile Gautier), Anna de Noailles creò il premio "Vie Heureuse", dall’omonima rivista, che diventerà nel corso degli anni il prix Fémina, la cui giuria, esclusivamente femminile, premia ogni anno la migliore opera francese, scritta in prosa o in versi.



                                                                                                   Immagini liberamente tratte da pagine di Gabiriella Alù
                                                                                                           Biografia liberamente tratta da La Recherche.it
 




 

giovedì 14 novembre 2013

Claude Monet: riflessi fluttuanti e ombre colorate


Il pittore Claude Monet nacque nel 1840 a Parigi e trascorse l'infanzia ad Havre, ove fece le sue prime caricature tra il 1856 e il 1858. E' in questa occasione che Boudin si accorse per primo del suo talento artistico.
Nel 1859 Claude Monet si reco a Parigi dove frequento l'Accademia Svizzera e fece amicizia con il pittore Pissarro. Nell'atelier di Charles Gleyre, nel 1862/63 fece la conoscenza di Bazille, Renoir e Sisley.
Con la sua pittura, Claude Monet sperimentò i differenti effetti della luce e della natura che lo resero celebre durante il Salone del 1855/66.  Nel 1874, partecipo alla prima esposizione degli impressionisti a Parigi. Il nome di questo movimento artistico deriva dalla sua opera "impressione al nascere del sole".
                           Impressione, sole nascente, 1872,  Musée Marmottan Parigi
L'immagine rappresenta uno scorcio del porto di Le Havre, colto all'aurora, quando il sole inizia a filtrare attraverso la nebbia mattutina, la luce è ancora bassa per intensità e avvolge ogni cosa ad eccezione della barchetta in primo piano
Nel 1883 trasloco in una grande casa a Giverny e vi fece installare un giardino giapponese come l'aveva sempre sognato. I quadri di questo giardino contribuirono largamente al suo successo. Mori il 6 dicembre 1926.

Il pittore Claude Monet rappresenta per eccellenza il movimento impressionistico con i suoi dipinti sulla natura, sovente realizzati in uno stesso posto ma a differenti ore della giornata o periodi dell'anno. Era inoltre particolarmente attratto dai riflessi dell'acqua con le luci e le ombre degli oggetti circostanti.

 

                                                Lo Stagno Delle Ninfee 1904
                                                    Museo d'Orsay Parigi.

                                                                     
                                            Ninfee bianche  realizzato nel 1899
                                                    Museo Puskin di Mosca
                                                                     ***
 
Ninfee, la serie degli ultimi anni  1918,
 Museo del Louvre (Orangerie), Parigi
 
                                    Nuvole

                                     Mattino
 
 
                                     Riflessi verdi

                                    Tramonto


Ogni grande opera d'arte ha due facce, una per il proprio tempo
 e  una per il futuro, per l'eternità.
Daniel Barenboim
 
 


                                                       Stagno di Waterlily 
 
 
Stagno nel parco di Montgeron

 


 


mercoledì 13 novembre 2013

Dacia Maraini


 
 
 
 
 
 


Ho sognato di volare
tante volte in una
una volta in tante,
leggera sopra i tetti
con un sospiro di gioia nera
posandomi sui cornicioni
seduta in bilico su un comignolo
quanto quanto quanto
ho camminato sulle vie
ariose dell’orizzonte
fra nuvole salate e raggi di sole
un gabbiano dal becco aguzzo
un passero dalle piume amare
erano le sole compagnie
di una coscienza addormentata
vorrei saper volare
ancora in sogno ancora,
come una rondine,
da una tegola all’altra
e poi sputare sulle teste
dei passanti e ridere
della loro sorpresa, piove?
O sono lacrime di un Dio ammalato?
Volo ancora, ma nelle tregue del sonno
il piede non più leggero
scivola via, una mano si aggrappa
alla grondaia che scappa
vorrei volando volare
e riempire di allegrie
le spine del buio.
(Dacia Maraini)

mercoledì 6 novembre 2013

Etty Hillesum

 
 

                                                                                                                     

“Dentro di me c’è una melodia che a volte vorrebbe tanto essere tradotta in parole sue. Ma per la mia repressione, mancanza di fiducia, pigrizia e non so che altro, rimane soffocata e nascosta. A volte mi svuota completamente. E poi mi colma di nuovo di una musica dolce e malinconica.
A volte vorrei rifugiarmi con tutto quel che ho dentro in un paio di parole. Ma non esistono ancora parole che mi vogliano ospitare. È proprio così. Io sto cercando un tetto che mi ripari ma dovrò costruirmi una casa, pietra su pietra. E così ognuno cerca una casa, un rifugio per sé. E io mi cerco sempre un paio di parole.
A volte mi sembra che ogni parola che viene detta, e ogni gesto che viene fatto, accrescano il grande equivoco. Allora vorrei sprofondarmi in un gran silenzio e vorrei anche imporre questo silenzio agli altri. Sì, a volte qualunque parola accresce i malintesi su questa terra troppo loquace.”
                              Etty Hillesum, Diario 1941-1943



 
 
 

Kahlil Gibran

 
 
 

Ogni seme che l’autunno getta nelle profondità della terra
ha un modo suo proprio di separare nucleo e involucro
al fine di formare le foglie, i fiori e i frutti.
Ma quali che siano i modi,
lo scopo delle peregrinazioni di tutti i semi è identico:
arrivare a levarsi innanzi al volto del sole
.
Kahlil Gibran, Iram dalle alte colonne
 
 
 

lunedì 14 ottobre 2013

Nobel Letteratura 2013


 
 
Peter Englund segretario permanente dell’Accademia Svedese, ha annunciato il vincitore del  Premio Nobel per la Letteratura per questo 2013: la scrittrice canadese Alice Munro.

Maestra del racconto breve contemporaneo, ha motivato l'Accademia. Certificando il genere a cui l'82enne canadese ha consacrato la sua vita letteraria. Ma su cui ha sempre ironizzato con i giornalisti. "Cominciai a scrivere racconti perché non avevo tempo di scrivere nient'altro, avevo tre bambine”

 Tredicesima donna e prima canadese a vincere il Nobel per la Letteratura, Alice Munro raggiunge quindi anche un altro primato con la vittoria del premio dell’Accademia Reale svedese: quello di veder riconosciuta per la prima volta la forma del racconto di cui lei è assoluta maestra, ridando dignità a un genere spesso accompagnato da quel pregiudizio che ha seguito un po’ anche la sua carriera. «Sono grata e felice - ha commentato a caldo - e particolarmente contenta perché questo premio attirerà l’attenzione sugli scrittori del Canada». 

Ha pubblicato il suo primo racconto, The Dimensions of a Shadow, nel 1950 mentre era studentessa alla University of Western Ontario. La sua prima raccolta di quindici storie, “La danza delle ombre felici”, che torna nelle nostre librerie il 22 ottobre nei Supercoralli Einaudi, nella traduzione di Susanna Basso, è uscita invece in Canada nel 1968, ottenendo un ottimo successo di pubblico e critica e facendo vincere all’autrice il primo dei tre prestigiosi premi canadesi “Governor General’s Literary Award” che le sono stati assegnati. Autrice prolifica di quattordici raccolte di racconti e pluripremiata, la Munro ha vinto nel 2009 anche il Man Booker International Prize per la sua intera opera narrativa. Un’ampia scelta di suoi 55 racconti, alcuni inediti in Italia, dal 1968 a `Uscirne vivi´ del 2012, è presentata nel Meridiano Mondadori uscito lo scorso maggio, sempre con le traduzioni della Basso e con la cura e un saggio introduttivo di Marisa Caramella. 

«Abitavo quand’ero giovane al fondo di una strada lunga, o di una strada che pareva lunga a me» scrive in `Uscirne vivi´. Come dice nell’introduzione al Meridiano Marisa Caramella: «I racconti della Munro bisogna leggerli e rileggerli e leggerli ancora, se si vuole trarne il massimo godimento, un piacere che si prova soltanto in presenza dei grandi artisti della parola». Autrice molto amata anche nel nostro paese, benché la sua «bravura superi in modo sconcertante la sua fama» come ha sottolineato più volte Jonathan Franzen, grande ammiratore della Munro della quale ha parlato come della «più grande scrittrice vivente del Nord America» e a cui ha dedicato un saggio in “Più lontano ancora”, la maestra del racconto punta il suo sguardo sulle dinamiche dei rapporti umani. E non risparmia gli aspetti più dolorosi, crudi, a volte brutali della vita come fa ne “La pace di Utrecht”, in cui affronta il faticoso rapporto con la madre insegnante malata di Parkinson. Tutte le sue raccolte di racconti sono in corso di pubblicazione per Einaudi per cui sono già usciti nove titoli tra i quali “In fuga”, “Chi ti credi di essere?” che comprende anche un racconto in cui ricorda la sua vita a Vancouver con il primo marito Jim Munro, e “Il percorso dell’amante”. 

La Munro,  ha avuto la meglio su celebri candidati  come Haruki Murkami  (in odore di Nobel da anni, ormai), il poeta sudcoreano Ko Un, lo scrittore ungherese Peter Nadas,  la scrittrice statunitense  Joyce Carol Oates.

 

                                                                                              Liberamente tratto dagli articoli di questi giorni

 

Curiosità

 
Qualche curiosità sull'ambitissimo Premio Nobel per la Letteratura.
Gli italiani fregiati del premio son stati Giosuè Carducci (1906), Grazia Deledda (1926), Luigi Pirandello (1934), Salvatore Quasimodo (1959), Eugenio Montale (1975) e Dario Fo (1997).
105: Premi Nobel in letteratura sono stati premiati 1901-2012.
12: le donne che prima della Munro hanno ottenuto il Premio.
4: i premi letterari divisi tra due persone.
42: anni era l’età del più giovane Nobel, Rudyard Kipling, a tutti conosciuto per Il libro della giungla.
88: anni era l’età del più anziano Nobel, Doris Lessing, quando le è stato assegnato il premio nel         2007.
64: è l’età media dei Nobel per la letteratura al momento dell’assegnazione del premio.