martedì 20 gennaio 2015

Marcos Ana

Ditemi com'è un albero

Ditemi com’è un albero.
Ditemi il canto del fiume
quando si copre di uccelli.
Parlatemi del mare. Parlatemi
del vasto odore della campagna.
Delle stelle.
Dell’aria.
Recitatemi un orizzonte
senza serratura né chiavi
come la capanna di un povero.
Ditemi com’è il bacio
di una donna.
Datemi il nome
dell’amore: non lo ricordo.


Il mio peccato è terribile

Il mio peccato è terribile
volli colmare di stelle
il cuore dell’uomo.
Per questo qui tra le sbarre,
in ventidue inverni
ho perso le mie primavere.
Prigioniero dall’infanzia
e condannato a morte,
i miei occhi stanno prosciugando
la loro luce contro le pietre.
Ma non c’è ombra d’arcangelo
vendicatore nelle mie vene:
Spagna è il solo grido
del mio dolore che sogna.


Sarà che i miei sogni spaventano il tiranno

Sarà che i miei sogni spaventano il tiranno
come un lontano canto,
come sepolte campane,
come tutte le voci che non capisce.
Sarà che i miei sogni,
di uomo e di poeta,
sono coperti dal ferro
che mi rinchiude la vita
e ora sogno spade allegre.
Sarà, mi domando,
che ancora non capiscono
che incarcerarono l'uomo
perché non furono capaci,
dell'assalto vincente
al forte dei suoi sogni
che con più forza lo fa sognare.


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