« Sono nato ad Alegrete, il 30 luglio 1906. Credo che sia la
cosa più importante che mi sia capitata. E ora, ecco, mi chiedono di parlare di
me. Bene! Ho sempre pensato che ogni tipo di confessione che non sia
trasfigurata dall'arte sia indecente. La mia vita è nelle mie poesie, io sono
le mie poesie, non ho mai scritto, nemmeno una virgola, che non fosse una
confessione. Ma da me si vogliono dettagli… D'accordo! Ho 78 anni senza età. Di
età ce ne sono due: o sei vivo o sei morto. L'ultimo caso è l'età più
importante, visto che ci è stata promessa l'eternità. Sono nato nel rigore
invernale a un grado e prematuro, per di più: complessato di non essere ancora
pronto. Fino al giorno in cui scoprii che uno così completo come Winston
Churchill era nato prematuro e che lo stesso era capitato a sir Isaac Newton! Excusez du peu... Preferisco citare l'opinione che gli
altri hanno di me. Dicono che sono modesto. Al contrario, sono così orgoglioso
da pensare che non ho scritto nulla al mio livello. Poiché la poesia è
insoddisfazione, un anelito di auto-superamento. Un poeta soddisfatto, non
soddisfa. Dicono che sono timido. Niente affatto! Sono silenzioso, introspettivo.
Non capisco perché sottopongano a trattamento chi è introverso. Solo perché non
possono essere belli come gli altri? »
Da note autobiografiche pubblicate nel
1984 da Mario Quintana, sulla rivista Isto é
Vita
Non so
cosa vogliono da me questi alberi
questi vecchi angoli di strada
da essere così miei solo guardandoli un istante.
Ah! Se mi chiederanno documenti là dal’ Altro Lato,
estinte le altre memorie,
potrò’ mostrare i fogli sparsi di un album di immagini:
qui una pietra levigata, lì un cavallo immobile
o
una
nuvola smarrita
smarrita…
Mio Dio, che modo strano di raccontare una vita!
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