domenica 31 marzo 2013

Octavio Paz





Poeta e saggista messicano (Città di Messico 1914 - ivi 1998). Tra i maggiori intellettuali messicani e dell'America latina, P. si affermò come un innovatore del costume letterario e delle concezioni culturali. L'assegnazione del premio Nobel per la letteratura (1990) ratificò l'importanza della sua opera di poeta e saggista, intimamente legato al patrimonio culturale della propria terra e profondo conoscitore di paesi, epoche, lingue e tradizioni. Dopo l'esordio con la raccolta Luna silvestre (1933), fu tra i fondatori, assieme ad altri intellettuali messicani, della rivista Taller (1938-41). Soggiornò a lungo all'estero (in Spagna durante la guerra civile, negli USA, in Francia, Giappone e in India, dove fu ambasciatore dal 1962 al 1968), spesso ricoprendo incarichi diplomatici, aprendosi agli influssi di altre tradizioni letterarie (surrealismo francese, haikai giapponese, ecc.), come testimonia la sua attività di traduttore (Bashō, W. B. Yeats, ecc.). Ambasciatore in India, si dimise nel 1968 per protesta contro il massacro degli studenti a Città di Messico in occasione delle Olimpiadi. Iniziò allora l'insegnamento universitario, con la cattedra di poesia dapprima all'università di Oxford poi in università degli Stati Uniti. Membro del Colegio Nacional de México, ha ricevuto, tra gli altri riconoscimenti, il premio Cervantes nel 1981. La sua sperimentazione poetica, che si era sviluppata sotto l'influenza del surrealismo francese e sulla spinta della cultura messicana degli anni Trenta, si arricchì nel corso dei suoi diversi soggiorni all'estero e con l'alternarsi dell'attività di diplomatico, di docente universitario e di promotore di importanti iniziative culturali quali le riviste Plural (1971) e Unalta (1976). Volta al superamento della poesia tradizionale, la sua opera fu nel contempo segnata dalla fede nella creazione poetica come mezzo per restituire senso all'esistenza. La sua saggistica spaziò dalle riflessioni sulla poetica  ) a scritti sul Messico , a studi sullo strutturalismo, all’arte contemporanea , sulle relazioni tra filosofia orientale e occidentale  e su vari aspetti della letteratura. Nel 1990 pubblicò ancora un saggio storico-politico, che testimonia la sua radicale insofferenza verso ogni ideologia. Nello stesso anno apparve il volume complessivo Obra poética: 1935-1988, e nel 1993 la sua ultima raccolta di versi. Da ricordare inoltre le impressioni di viaggio. Un'ampia silloge dei suoi testi è apparsa in Italia con il titolo Octavio Paz (1995).
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Destino del poeta

Parole? Sì, di aria
e nell'aria perdute.
Tu lascia che mi perda tra parole,
lasciami essere aria su labbra,
un soffio vagabondo senza sagoma,
breve aroma che l'aria fa svenire.

Anche la luce in se stessa si perde.

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