lunedì 4 marzo 2013

GIORGIO BASSANI



Scrittore italiano (Bologna 1916 - Roma 2000); visse a Ferrara fino al 1943, e si trasferì poi a Roma, dove fu redattore della rivista di letteratura internazionale Botteghe oscure (1948-60); dal 1958 al 1963 diresse la "Biblioteca di letteratura" dell'editore Feltrinelli, pubblicandovi, fra l'altro, Il Gattopardo di G. Tomasi di Lampedusa; fu vicepresidente della RAI (1964-66) e presidente dell'associazione Italia Nostra (1966-80). Gran parte della sua narrativa è volta alla raffigurazione della vita ferrarese, e soprattutto della comunità ebraica (cui egli stesso apparteneva) di quella città, durante il fascismo, fino alle persecuzioni razziali, alla guerra e alla Resistenza; raffigurazione che tende a un "classico" rigore espressivo, sorretta da una memoria che non è solo evocativo-elegiaca, ma giudicatrice di dati e di fatti, come nei voll. di racconti Una città di pianura (1940, pubbl. con lo pseudonimo. di Giacomo Marchi); La passeggiata prima di cena (1953) e Gli ultimi anni di Clelia Trotti (1955), poi confluiti in Cinque storie ferraresi (1956); i romanzi Gli occhiali d'oro (1958) e Il giardino dei Finzi Contini (1962). Nelle opere successive (Dietro la porta, 1964; L'airone, 1968; L'odore del fieno, racconti, 1972), limitando l'elemento ferrarese a sfondi e scorci, e quello ebraico a una sorta di "antefatto" psicologico-morale, Bassani  tende ad approfondire il motivo, che è alla radice di tutta la sua tematica, del perenne conflitto tra realtà e illusione, verità ed errore, cui solo la morte dà tregua. Temi e accenti della narrativa ricorrono anche nelle sue raccolte di poesie, d'intonazione tra ermetica e crepuscolare: Storie dei poveri amanti (1945, 2a ed. 1946), Te lucis ante (1947) e Un'altra libertà (1951), poi riunite nel vol. L'alba ai vetri (1963); Epitaffio (1974); In gran segreto (1978); la complessiva In rima e senza (1982). B. pubblicò inoltre i voll. di saggi Le parole preparate (1966) e Di là dal cuore (1984).
                                                                               Liberamente tratta da Treccani.it
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A LETTO
Ieri sera a letto mi ero messo
dalla parte destra quella che occupa
lei quando è qui
e stamani svegliandomi mi son ritrovato
a sinistra di dove nel buio ascolto insonne talora
il battito possente del suo
esserci
Cosa mi ha indotto dunque durante la notte
ad abbandonare lo spazio del suo grande
corpo assente
se non l’ansia d’essere anche io
niente?
 

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