Venne la notte….
Venne la notte di quel primo giorno,
e grata di aver
tanto – sopportato -
all’anima chiesi di cantare -
Ma lei rispose che le corde erano saltate -
l’archetto – polvere di atomi -
Così a ripararla mi ci volle
fino alla mattina del giorno seguente -
E poi – un giorno immenso,
come due ieri,
riversò il suo orrore sul mio volto -
fino a bloccarmi lo sguardo -
La mente prese a ridere -
Parlavo a vanvera – come una folle -
e sono anni ormai, ma da quel giorno -
la mente mia ridacchia, come una piccola sciocca.
Qualcosa di strano – dentro -
quella che ero -
e quella che sono, adesso – due cose divise -
potrebbe questa essere – Pazzia?
( 1862)
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