Quand’ero un fanciullo
Quand’ero un fanciullo
Spesso un dio mi salvava
Dalle verghe e dagli urli dei grandi.
Sicuro e buono giocavo
Coi fiori del bosco,
E le aurette del cielo
Giocavano con me.
E come tu allieti
Il cuor delle piante,
Quand’esse ti protendono
Le tenere braccia,
Così allietavi me pure,
Elio padre! E al par di Endimione
Ero il tuo beneamato,
O santa Luna.
O voi tutti, fedeli,
Amici iddii!
Quanto più siete deserti,
Più vi ama l’anima mia!
Né allora io vi chiamavo
Coi vostri nomi, né voi
Davate un nome a me, come gli uomini fanno
Se tra lor si conoscono.
Pure, io vi conoscevo
Assai meglio che gli uomini;
Comprendevo il silenzio dell’etere:
Le umane parole mai non compresi.
Mi allevò l’armonia
Del susurrante bosco,
E appresi ad amare
Tra i fiori.
Crescevo in braccio agli dèi.
Alle Parche
Solo una estate, Onnipotenti, datemi
ed un autunno a maturarmi il canto;
così che, sazio di quel dolce giuoco,
più volentieri mi si fermi il cuore!
ed un autunno a maturarmi il canto;
così che, sazio di quel dolce giuoco,
più volentieri mi si fermi il cuore!
L’anima, a cui negò la vita in dono
il suo santo diritto, non ha pace
neppur laggiù nell’Erebo profondo…
il suo santo diritto, non ha pace
neppur laggiù nell’Erebo profondo…
Ma se raggiunger mi sia dato un giorno
te, che a cuor mi stai nel mondo sola,
divina Poesia, — ben venga allora
il silenzio dell’ombra sempiterna!
te, che a cuor mi stai nel mondo sola,
divina Poesia, — ben venga allora
il silenzio dell’ombra sempiterna!
Pago sarò, se pur non mi accompagni
il suono di mie corde… Un solo istante,
vissuto in terra avrò come gli Dei…
Ed altro io piú non chiedo al mio destino.
il suono di mie corde… Un solo istante,
vissuto in terra avrò come gli Dei…
Ed altro io piú non chiedo al mio destino.
Diotima
Vieni e
placami questo Caos del tempo come allora,
delizia della celeste Musa, gli elementi hai conciliato!
Ordina la convulsa lotta coi tranquilli accordi del cielo,
finché nel petto mortale ciò ch’è diviso si unisca,
finché l’antica natura dell’uomo, la placida grande,
fuor dal fermento del tempo, possente e serena si levi.
Torna nei miseri cuori del popolo, bellezza vivente,
torna all’ospite mensa, nei templi ritorna!
Ché Diotima vive come i teneri bocci d’inverno,
ricca del proprio spirito, pure ella cerca il sole.
Ma il sole dello spirito, il mondo felice è perito
e in glaciale notte s’azzuffano gli uragani.
delizia della celeste Musa, gli elementi hai conciliato!
Ordina la convulsa lotta coi tranquilli accordi del cielo,
finché nel petto mortale ciò ch’è diviso si unisca,
finché l’antica natura dell’uomo, la placida grande,
fuor dal fermento del tempo, possente e serena si levi.
Torna nei miseri cuori del popolo, bellezza vivente,
torna all’ospite mensa, nei templi ritorna!
Ché Diotima vive come i teneri bocci d’inverno,
ricca del proprio spirito, pure ella cerca il sole.
Ma il sole dello spirito, il mondo felice è perito
e in glaciale notte s’azzuffano gli uragani.
Traduzioni belle!
RispondiEliminaFranz (Vienna)