Nuovo appuntamento con la poesia, sabato 17 giugno alle ore 17 alla
libreria Feltrinelli di Terni, con la presentazione, curata dalle associazioni
La Fucina delle Parole e Librarsi Narni del nuovo libro di Francesco Randazzo,
“Alito e calce”
Il regista e drammaturgo siciliano spiega così il senso del titolo
scelto, che a una prima, sommaria lettura, fa pensare alla creazione/costruzione,
all'indispensabilità del corpo che dà vita e della materia che edifica:
“La
coesistenza degli opposti, alito/vita, calce/cancellazione/morte. L’oscillare
continuo tra l’essere e il non essere, la tensione continua che genera
l’illusione del movimento vitale”.
Come mai, a suo modo di vedere, la Sicilia è musa ispiratrice di tante
opere letterarie e poetiche, nonché terra natale di tanti scrittori e poeti?
“Le isole sono sempre molto popolate da anime
inquiete, che s’interrogano sul perché sono state scagliate là da qualche divinità
o per un tiro di dadi casuale dell’universo”.
La Sicilia letteraria, o televisiva, ne coglie la vera essenza, o almeno
quella che lei percepisce come la sua vera essenza?
“In letteratura, senz’altro. La nostra
televisione tende sempre a confezionare bomboniere, più o meno stucchevoli. C’è
anche una letteratura di stereotipi, di mediocri scopiazzatori, ma non la
considero. L’essenza è nei grandi romanzi e più ancora in molta straordinaria
poesia, meno conosciuta”.
Quale ruolo può avere la poesia nella realtà, anche culturale,
contemporanea?
“Rispondo con due citazioni, la prima di Jean
Cocteau, la seconda di Josip Brodskij: 'So che la poesia è
indispensabile, ma non saprei dire per cosa'. 'La poesia non è una
branca dell’arte, è qualcosa di più. Se ciò che ci distingue dalle altre specie
è la parola, allora la poesia, che è l’operazione linguistica suprema, è la
nostra meta antropologica e, di fatto, genetica. Chi considera la poesia un
modo per passare il tempo, una lettura, commette un crimine antropologico, in
primo luogo contro se stesso'. Penso che la poesia non
abbia un ruolo, ma una funzione, ineludibile e necessaria, misteriosa”.
Il genio artistico, secondo lei, è qualcosa di innato o si può e deve
coltivare e affinare attraverso lo studio?
“Tutt’e due le cose, l’arte è talento ed esercizio, sempre”.
L'opera artistica, in questo caso la poesia, ha per il suo autore un
significato unico, o è qualcosa che consegna alla libera interpretazione e
fruizione dell'altro? O, forse, la questione è mal posta, e non è questo lo
scopo e il desiderio dell'artista?
“L’opera artistica è sempre molto altro dal sé
dell’autore. L’autore è solo un punto di partenza, col tempo cancellabile.
Dell’uomo resta l’opera, che altri uomini vedranno con altri occhi ed altre
menti; l’opera viaggia nel tempo, l’autore è mortale, come tutti gli altri
uomini, il suo punto di vista è soltanto uno spiraglio aperto agli altri,
contemporanei o futuri fruitori”.
Cosa consiglia ai giovani che amano scrivere?
“Leggete molto più di quanto scriviate. Quando scrivete, dimenticatevi di
voi stessi”.
Anna Maria Rengo
Francesco Randazzo, scrittore e
regista. Laurea in Regia, all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica
"Silvio D'Amico" di Roma, nel 1991. è attivo in Italia e all'estero
come regista e autore per importanti teatri e festival, fra i quali, tra
gli altri: Todi Festival, Teatro Stabile di
Catania, Ortigia Festival, Narodno Kazaliste "I Zaic" di Rijeka, Festival di Dubrovnik, Teatro Nacional Juvenil de Venezuela, Teatro IT&D di Zagabria, Playwright Festival of New York, Festival des Films du Monde di Montréal, Festival Universcènes de Toulouse.
Suoi testi teatrali sono stati tradotti e rappresentati in spagnolo, francese, inglese, ceco. Fondatore della Compagnia degli Ostinati - Officina Teatro, della quale è stato direttore artistico. Ha pubblicato con vari editori, testi teatrali, poesie, racconti e un romanzo, ed ha ottenuto numerosi
riconoscimenti in premi di drammaturgia nazionali e internazionali, fra i quali: Premio Fondi La Pastora,Premio Candoni, Premio Fersen, Premio Schegge d'autore, Sonar Script, Premio Leonforte, Premio Maestrale San Marco, Premio Ugo Betti, Premio Officina Teatro, Premio Moak.
Catania, Ortigia Festival, Narodno Kazaliste "I Zaic" di Rijeka, Festival di Dubrovnik, Teatro Nacional Juvenil de Venezuela, Teatro IT&D di Zagabria, Playwright Festival of New York, Festival des Films du Monde di Montréal, Festival Universcènes de Toulouse.
Suoi testi teatrali sono stati tradotti e rappresentati in spagnolo, francese, inglese, ceco. Fondatore della Compagnia degli Ostinati - Officina Teatro, della quale è stato direttore artistico. Ha pubblicato con vari editori, testi teatrali, poesie, racconti e un romanzo, ed ha ottenuto numerosi
riconoscimenti in premi di drammaturgia nazionali e internazionali, fra i quali: Premio Fondi La Pastora,Premio Candoni, Premio Fersen, Premio Schegge d'autore, Sonar Script, Premio Leonforte, Premio Maestrale San Marco, Premio Ugo Betti, Premio Officina Teatro, Premio Moak.