"Ho visto Bellezze volare... appesa a una
corda". Nonostante il titolo poetico, il dramma scritto e diretto da
Giulio Biancifiori, e che sarà rappresentato al teatro Secci di Terni il 18 e
19 maggio, ripercorre una cruda pagina della caccia alle streghe che nel
Cinquecento ha insanguinato anche la zona dell'umbro Sabina. È l'autore a
raccontare la genesi dell'opera e la sua attualità e messaggio anche attraverso
i secoli.
Da innamoramento,sì, quasi per caso da un incontro;
con una storia, vera però, lontana per la cronologia, ma vicinissima, anzi
attuale, tanto grande nella sua dimensione ideale, quanto immiserita
dall'azione meschina degli uomini. Scrivendone per il teatro, ho sentito il
bisogno di rendere splendente l'ideale, conferendo alla cronaca degli eventi un
andamento che le fosse più conforme, rispettando tuttavia il senso autentico
della storia. Ecco l'arte è servita, spero sia servita, a questo: a dare
un'estetica alla storia senza falsificarla.
Quale clamore, se è stato possibile capirlo
attraverso le fonti storiche, ebbe all'epoca il caso di Bellezze? E quali
conseguenze ebbe?
Il clamore fu notevole, non però nella coloritura
dello scandalo, che è comunque dialettica: la temperie culturale che andava
addensandosi, sempre più relegava il rinascimento nei bagliori protetti delle
corti mentre nel clero, tra il popolo e nelle campagne la gramigna
dell'intolleranza infestava già quasi tutto. Un secolo esatto prima di
Bellezze, nel 1428, era stata arsa sul rogo Matteuccia da Todi e non fu un caso
che a giudicare Bellezze fosse proprio Marco Calisto da Todi. Era evidente che
si volesse dare risalto massimo alla esemplarità della pena da infliggere ai
"disobbedienti"
Nell'opera tutte le figure femminili, per quanto con
sfumature e vissuti diversi, sono caratterizzate da spirito di libertà,
umanità, dolore e comprensione, mentre in quelle maschili prevale il
pregiudizio, la bigotteria e anche la lubricità. Si tratta di una scelta voluta
o puramente casuale?
Né voluta, né casuale infatti non è una scelta, ma la
pura costatazione di un dato di fatto che la storia ci tramanda, ancora oggi
purtroppo, in quanto riflesso dell'umano e del vero dei perseguitati rispetto
all'aberrazione e all'indecenza dei persecutori.
L'opera è ambientata nel 1528 e in questo caso la
strega è una donna, condannata per la sua diversità. Chi sono le streghe di
oggi e come si può affrontare la paura del diverso?
La strega è condannata perché donna e disobbediente e
continua ad esserlo per gli stessi motivi. Nella mappa geografica antropica il
medio oriente è popolato di streghe e tantissimi degli uomini che con loro
convivono sono in tutto simili agli inquisitori di Bellezze. Comunque anche in
occidente non si scherza.
Nonostante la drammaticità della trama la sua
conclusione, l'epilogo può anche essere considerato lieto, nel senso che vince
il libero arbitrio e la capacità di sottrarsi alle decisioni altrui. Condivide
questa interpretazione e quale spazio ha oggi l'autodeterminazione?
Sì! La condivido pienamente. Posso dire di averla
voluta e di non considerare perciò, "tragica" la versione scenica
della vicenda di Bellezze. Bellezze alla fine vince, lei stessa lo dice, ed è
lei a punire il mondo privandolo della propria presenza. Bellezze autodetermina
la propria sorte ed è fra le moltissime che oggi sono ancora ristrette in
ambiti conculcati, ma hanno raggiunto potenza di propositi non più
arginabile.
Anna Maria Rengo
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